Una verità a misura d'uomo

La latitanza è finita, ma il boss è ancora un vuoto da riempire

Una verità a misura d'uomo

La latitanza è finita, ma il boss è ancora un vuoto da riempire. Cosa ci si può aspettare da lui? È la domanda che ti arriva d'istinto, con la speranza di poter davvero guardare negli occhi la piovra, i suoi tentacoli, in alto e in basso, in qualsiasi direzione, per poter mettere la parola fine a una storia quasi impossibile da raccontare. È il lato oscuro dell'Italia e nessuno ne conosce i confini. Il rischio però è che ognuno in questo spazio vuoto finisce per metterci le sue ossessioni, i suoi scenari, quello che è sicuro di trovarci, quello che sa, ma non può dimostrare. È la ricerca di una chiave universale che apra tutte le porte, soprattutto quelle segrete. Non sarà così.

Matteo Messina Denaro sorride, parla poco e per ora non si pente. Non si sa se ne avrà il tempo. A un metro dalla sua cella c'è una stanza «medica» dove verrà curato. È lì che farà la chemioterapia, alternandola con i processi, scegliendo ogni volta se e come partecipare. Non è detto insomma che sarà lui a dirci dove cercare. E questo è un problema, perché già sulla sua cattura si è aperta la scatola dei teoremi. «Figurati se lo hanno arrestato davvero». «È lui che si è fatto beccare». «Sotto sotto c'era un patto». È partito il racconto della miscredenza, per cui tutto quello che accade nasconde un'altra verità. Come ragionava Leonardo Sciascia in Nero su nero, riflessione romanzata su un Paese senza verità, «si è così profondi, ormai, che non si vede più niente. A forza di andare in profondità, si è sprofondati».

Messina Denaro è un pozzo da esplorare, ma bisogna capire come scendere, come non farlo diventare una leggenda, uno specchio di teorie più o meno cospiratorie, con cui costruire processi che si illudono di condannare il male assoluto. È la via più breve per sprecare una grande occasione, quella di capire un altro pezzo importante della realtà della mafia. Non bisogna cercare ciò che si vuole, ma vedere quello che c'è. Il sospetto è che ci sia tanto e va tirato fuori passo passo, partendo dalle cose concrete, dal suo territorio, dai primi due covi perquisiti, dalla stanza blindata dietro l'armadio a muro strapiena, dicono, di scatole e scatole di documenti. Questo è il punto di partenza. Si ritiene che la mappa dei luoghi di Messina Denaro sia molto più ampia e non si ferma certo alla Sicilia. Si arriverà in alto? E chi lo sa. È questo il punto.

Bisogna cercare la realtà e non la Verità, quella assoluta e insondabile, quella spettacolare che fa vendere e fa spettacolo. Non si chieda l'impossibile al pozzo di Messina Denaro. Per una volta si cerchi una verità a misura d'uomo.

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