Mehdi Dehnavi, cittadino iraniano, ha deciso di protestare a modo suo contro la violenza e la repressione messa in atto dalle autorità di Teheran. Mentre a pochi metri dall'ingresso dell'ambasciata di via Nomentana un gruppo di connazionali animava un sit in, come avviene da circa un mese, Dehnavi ha lanciato vernice rossa sui muri di recinzione della sede diplomatica.
L'artista, già noto alle cronache per aver denunciato e fatto arrestare diversi appartenenti alla famiglia criminale dei Casamonica, è stato immediatamente notificato e fermato per imbrattamento dalle forze di polizia presenti sul posto. L'uomo ha così spiegato il suo gesto: "Io sono un artista e in questo modo ho cercato di esprimere in maniera pacifica il mio dissenso per quello che sta accadendo nel mio paese". Ha poi citato la vicenda di Mahsa Amini, ventiduenne originaria del Kurdistan, fermata dalla polizia morale iraniana perché il velo che stava indossando non le copriva completamente i capelli. Gli agenti l'hanno fatta salire a bordo di un furgoncino e misteriosamente è deceduta due giorni dopo. La polizia di Teheran ha parlato di problema cardiaco. Il corpo di Mahsa, invece, di torture subite durante la detenzione che le sono costate la vita. A nulla è servito il ricovero. "Ma anche - continua Dehnavi - a tutti i ragazzi e le ragazze arrestate in questo ultimo mese. A loro va tutta la mia solidarietà e il mio supporto". Si trovavano di fronte l'ambasciata una settantina di persone.
Cosa sta accadendo in Iran
Nel frattempo, in Iran continuano le manifestazioni e nonostante nel Paese l'uso di internet sia oggetto di restrizioni, continuano a circolare video in cui si vedono abusi da parte delle autorità nei confronti di donne e manifestanti.
See how we the woman of Iran get beaten up to death by morality police & pass our message to your government in the West.
— Masih Alinejad (@AlinejadMasih) October 15, 2022
Sanctioning morality police without taking action against those who order morality police to kill women is futile.#MahsaAmini
pic.twitter.com/qRcY0Kaepc
Le Ong hanno stimato che sono morte oltre 200 persone. 23 di loro con età compresa tra gli 11 e i 17 anni, di cui 20 ragazzi e 3 ragazze. La maggior parte di loro è stata colpita da proiettili a distanza ravvicinata.
Tutte e tre le ragazze coinvolte, invece, non hanno retto le percosse delle forze di sicurezza. Con loro anche un altro minore. Il rapporto è stato reso noto da Amnesty International e si riferisce solamente agli ultimi dieci giorni di settembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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