L'Iran scende in piazza per invocare giustizia nei confronti di Mahsa Amini. La 22enne, originaria del Kurdistan, si trovava in vacanza coi suoi a Teheran quando è stata fermata dalla polizia morale per il fatto che fosse abbigliata "in maniera inappropriata".
I fatti si sono verificati lo scorso venerdì 16 settembre. La giovane, caricata dagli agenti a bordo di un furgoncino per essere condotta presso una stazione di polizia sita nei pressi di viale Keshvarz, è tuttavia collassata poco dopo. Trasportata d'urgenza in ospedale con ecchimosi nella zona dell'orecchio destro, è entrata in coma e quindi deceduta due giorni dopo il ricovero.
A seguito del decesso della 22enne, Hossein Rahimi, capo della polizia di Teheran, ha parlato di uno "sfortunato incidente". Secondo la versione ufficiale la causa della morte sarebbe da imputare a un infarto. Tesi respinta dai genitori, secondo i quali la figlia non era affetta da problemi di salute, tantomeno di natura cardiaca. Si aggiunga a ciò che alcuni testimoni, tra cui membri del personale medico dell'ospedale Kasra, avrebbero riferito che la ragazza presentava delle ferite alla testa, compatibili con un'aggressione. Il portale Iran International sarebbe riuscito a ottenere i risultati della Tac effettuata sul corpo della giovane: si parla di "frattura ossea, emorragia ed edema cerebrale". Se i dati fossero confermati, i racconti degli infermieri, effettuati in forma anonima per timore di ritorsioni, potrebbero trovare un importante riscontro.
Lo stesso padre della defunta ha inoltre denunciato il fatto di aver subito delle forti pressioni per accelerare le operazioni di sepoltura a Saqez. Proprio nella cittadina, in cui la giovane era nata, sono iniziate le prime proteste, diffusesi poi in varie città dell'Iran. C'è chi riferisce di spari sui manifestanti a Divandarreh da parte della polizia, con un bilancio di 2 morti e una trentina di feriti.
Le manifestazioni e gli scontri sono proseguiti anche a Teheran. A scendere in piazza per chiedere giustizia per la 22enne anche gli studenti di diverse università.
La morte di Mahsa ha alimentato una serie di proteste che da tempo non si vedevano nella capitale iraniana. Tra le migliaia di manifestanti anche decine di donne, che hanno scelto di farsi immortalare nel momento in cui bruciano l'hijab o si tagliano i capelli.
Stando alle ultime notizie giunte da Teheran, il capo della polizia morale Ahmed Mirzaei sarebbe stato sospeso dall'incarico dopo il terzo
giorno consecutivo di proteste. L'informazione è stata diffusa dal The Guardian, che cita "autorevoli testate giornalistiche iraniane". La polizia di Teheran, tuttavia, nega che Mirzaei sia stato sospeso.
Iranian women show their anger by cutting their hair and burning their hijab to protest against the killing of #Mahsa_Amini by hijab police.
— Masih Alinejad (@AlinejadMasih) September 18, 2022
From the age of 7 if we don’t cover our hair we won’t be able to go to school or get a job. We are fed up with this gender apartheid regime pic.twitter.com/nqNSYL8dUb
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