La visione dei filmati che mostrerebbero come alcuni migranti siano stati prima arrestati e poi venduti come schiavi in Libia avrebbe suscitato l'indignazione e lo scandalo di molti in Africa. Tanto da spingere alcuni vescovi del continente nero ad invitare gli emigranti a restare nella loro nazione per creare ricchezza. A sottolineare tutto ciò è l'africanista Anna Bono, che in questo articolo su La Nuova Bussola Quotidiana ha elencato una serie di reazioni da parte dell'episcopato africano: Monsignor Benjamin Ndiaye - arcivescovo di Dakar, capitale senegalese - dopo una cerimonia di ordinazione, ha dichiarato: "Non abbiamo il diritto di lasciare che esistano canali di emigrazione illegale quando sappiamo benissimo come funzionano – ha sottolineato – tutto questo deve finire". E ancora: "...Meglio restare poveri nel proprio paese – ha detto – piuttosto che finire torturati nel tentare l’avventura dell’emigrazione". Sempre lo stesso vescovo ha poi rivolto un appello alle giovani generazioni: "Cari ragazzi, tocca a noi costruire il nostro paese, tocca a noi svilupparlo, nessuno lo farà al posto nostro", ha chiosato Ndiaye.
Dichiarazioni simili - poi - sono arrivate dalla Nigeria, dove i vescovi hanno preso posizione rilasciando queste dichiarazioni all’agenzia di stampa Catholic News Service: "Il governo nigeriano – ha specificato Monsignor Joseph Bagobiri, vescovo di Kafachan – dovrebbe far capire ai giovani che c’è più speranza di vita in Nigeria di quanta pensino di trovarne in Europa o altrove. Il paese ha ricchezze e risorse immense. I nigeriani non dovrebbero ridursi a mendicanti andandosene alla ricerca di una ricchezza illusoria all’estero". Monsignor Jilius Adelakan - vescovo di Oyo - ha detto che: "Spetta ai nigeriani sviluppare il loro paese" sottolineando come sia necessario cominciare a "sviluppare il nostro paese in modo da renderlo un luogo in cui è desiderabile e piacevole vivere, facciamo in modo che siano gli stranieri a voler venire da noi". Monsignor Bagobiri - infine - ha detto a chi è desideroso di lasciare in fretta e furia la propria nazione di evitare di spendere soldi in un viaggio così "rischioso": "Se i nigeriani emigrati clandestinamente, invece di spendere così tanto per il viaggio, avessero investito quelle somme di denaro in maniera creativa in Nigeria, in attività economiche, adesso sarebbero degli imprenditori, dei datori di lavoro.
Invece sono ridotti in schiavitù e sottoposti ad altre forme disumane di trattamento in Libia". La Chiesa africana - insomma - si starebbe adoperando per lanciare un messaggio quanto più univoco possibile ai propri fedeli: è preferibile restare in Africa piuttosto che rischiare la morte.
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