Il vescovo ora attacca Salvini: "Posizioni anti-cristiane"

Il vescovo emerito di Ivrea, per il tramite di una lettera aperta, ha accusato Matteo Salvini di muoversi su posizioni "anti-cristiane" e "anti-mariane"

Il vescovo ora attacca Salvini: "Posizioni anti-cristiane"

Matteo Salvini ha posizioni "anti-cristiane" e "anti-mariane". Questa è l'ennesima bordata indirizzata da un ecclesiastico al leader politico italiano.

Se qualcuno ancora nutre dubbi su quello che buona parte dei vescovi della Chiesa cattolica predica in vista delle elezioni europee per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo, Lussemburgo e Bruxelles, quanto dichiarato da mons. Bettazzi, presule emerito di Ivrea e già presidente di Pax Christi, per mezzo di una "lettera aperta", può essere utile a dissiparli. Il ministro dell'Interno ne è consapevole: alcuni ecclesiastici italiani stanno alzando il tiro, specie dopo l'"utilizzo" - così lo chiamano - di simboli cristiani, che il vertice del Carroccio ha messo in campo durante la scorsa manifestazione milanese, quella di sabato scorso. Ma c'è anche chi, come il vescovo di Ventimiglia, è sembrato d'accordo sulla "linea restrittiva" in materia di gestione di fenomeni migratori. Gli ambienti clericali si avvicinano all'appuntamento di domenica, facendo emergere grosse divisioni all'interno: c'è chi non disdegna di sottolineare come, dal suo punto di vista, Salvini rappresenti la negazione dei valori cristiani e chi, invece, pensa al contrario che lo stesso Salvini sia la miglior espressione politica possibile per difendere la civiltà cristiano-cattolica

Il vescovo emerito di Ivrea si schiera, senza alcuna remora, con i primi. Le sue dichiarazioni, che sono state riportate dall'Adnkronos, non lasciano spazio a interpretazioni di sorta. Per monsignor Bettazzi quella del segretario leghista è pura strategia elettorale: "Quel che è triste - spiega infatti il presule - è che se Salvini lo fa e lo ripete è perché sa che gli rende, anche elettoralmente". Non sono piaciuti, poi, i fischi che la piazza ha deciso d'indirizzare al pontefice argentino. Il consacrato, già incaricato in Piemonte, ha anche svelato di aver ragionato su una missiva da inoltrare al ministro dell'Interno. La narrativa è quella che ascoltiamo da mesi: è il Vangelo a delimitare il campo di quello che un cristiano deve ritenere giusto. E tra i diritti assoluti, cioè tra quelli che non possono essere mai messi in discussione, ma sempre difesi e tutelati nei confronti di tutti, c'è l'accoglienza dei migranti e degli "ultimi" in senso lato.

Ma gli attacchi non arrivano solo dalle parti di Ivrea. La Consulta diocesana delle aggregazioni laicali di Molfetta, quindi un organo laico, ma pur sempre ascrivibile ad ambienti ecclesiastici, ha diramato un vero e proprio comunicato, in cui il segretario della Lega viene tirato in ballo per la presunta "inaccettabile strumentalizzazione della nostra fede". Il testo completo può essere letto sul portale diocesano. L'opinione dei sottoscrittori si presenta senza appello: "Noi - spiegano, tra i vari punti sollevati - non abbiamo bisogno di agitare indegnamente segni e sbandierare simboli religiosi per spiegare cosa sia l’amore al prossimo. Non ci piace la pianificata confusione tra piano politico e religioso.

Non ci piacciono le semplificazioni rozze ed approssimative del Vangelo". Il capo di Dicastero del governo gialloverde, insomma, è al centro dei pensieri dei cattolici. Non tutti coloro che si professano cristiani però - lo abbiamo già rimarcato - hanno la stessa visione.

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