Nemmeno venti giorni dall'insediamento come vescovo di Padova e monsignor Claudio Cipolla sceglie di mandare un messaggio chiarissimo sull'emergenza immigrazione: i profughi possono e debbono essere accolti nelle abitazioni private dei fedeli pronti ad ospitarli.
Il nuovo pastore della città del Santo ha dato la propria entusiastica approvazione al progetto della Caritas diocesana sviluppato in collaborazione con Prefettura e federsolidarietà. "L’idea è partita dai fedeli — racconta don Luca Facco, direttore della Caritas — in tanti si sono offerti volontari nell’opera di sostegno ai migranti e diverse famiglie ci hanno chiesto di poterne ospitare qualcuno. Si tratta di una procedura più complessa dell’accoglienza in case private con il coordinamento delle cooperative, perciò ci stiamo ragionando."
Si tratterebbe di un progetto pilota, eventualmente da estendere anche ad altre città: per ora è stato girato a 140 sindaci della provincia euganea, compresi quelli che già si sono espressi in senso contrario - almeno per informarli di quanto sta accadendo sul territorio. Sebbene non sia ancora giunta la risposta del sindaco di Padova Massimo Bitonci, l'iniziativa della chiesa patavina è stata duramente criticata dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini.
Che ieri, inaugurando una sede a Noventa Padovana, non ha risparmiato un affondo al vescovo Cipolla: "Nel momento in cui in Vaticano escono notizie su attici da 600 metri quadri il vescovo di Padova chiede di aprire i monolocali ai migranti: i profughi sono migliaia, ne vogliamo mettere uno per casa?"
Molto critico anche il governatore del Veneto Luca Zaia, che ha denunciato il caso della caserma Prandina a
Padova, dove sono alloggiati numerosi migranti: "Le caserme ghetto sono quanto di peggio ci sia - attacca Zaia - Domani cosa s'inventeranno? Le palestre? Questa pagliacciata deve finire, è irrispettosa della diginità di tutti."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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