Al tribunale di Vicenza i faldoni sono trasportati da un ufficio all'altro grazie a battaglioni di ex alpini e vengono scannerizzati sul computer da un esercito di detenuti volontari.
La situazione tragicomica del palazzo di giustizia del capoluogo berico è stata fotografata da Piero Colaprico per Repubblica, dopo mesi di una commedia dell'assurdo che ancora si protrae.
A causa dei buchi negli organici e dei mancati trasferimenti, la giustizia nel Vicentino è bloccata e affidata al lavoro volontario degli esponenti della società civile. In tutta la provincia ci sono trentasei magistrati per ottocentosessantamila abitanti. La media è di quasi di un magistrato ogni ventiquattromila abitanti, mentre in Italia ne sarebbe previsto uno ogni undicimila.
Per giunta, questa vistosissima carenza va registrata in uno dei territori più ricchi della penisola, dove il tasso di disoccupazione è la metà di quello nazionale (6,7% contro 12,7%) e le centomila imprese collocano la provincia berica al terzo posto per esportazione, seconda solo a Milano e Torino.
Nel marzo 2014 il presidente dell'ordine degli avvocati locale, Fabio Mantovani, aveva addirittura lanciato una "provocatoria istanza di fallimento" al tribunale, senza presidente da tre anni e con il 40% dei magistrati assente.
Ora sono passati tre anni e la situazione
non sembra migliorata di molto: i cinque magistrati promessi da Roma nel 2013 non si sono mai visti e la digitalizzazione di cui si parla da anni è ancora in corso. Grazie al lavoro volontario dei detenuti in semilibertà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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