Preso in Francia Vincenzo Vecchi, l'ultimo latitante del G8 di Genova

Vincenzo Vecchi, antagonista italiano, era stato condannato a 11 anni e 6 mesi per le violenze al G8 di Genova del luglio del 2001

Preso in Francia Vincenzo Vecchi, l'ultimo latitante del G8 di Genova

Arrestato giovedì scorso in Bretagna Vincenzo Vecchi, un antagonista italiano 46enne condannato a 12 anni di carcere in Italia, con la Cassazione che gli aveva successivamente ridotto la pena di 6 mesi, per i reati di devastazione, saccheggio, rapina e porto abusivo di armi, resistenza e violenza nei confronti dei contingenti delle forze di polizia commessi durante le giornate del G8 a Genova nel luglio del 2001.

Il fermo dell’uomo è stato rivelato nella giornata di ieri la Procura generale Rennes alla Afp. Vincenzo Vecchi era l'ultimo condannato per i fatti del G8 di Genova ancora irreperibile. Secondo le prime informazioni, l’operazione degli agenti francesi è avvenuta seguendo le indicazioni della Digos di Milano e della Direzione centrale della polizia di prevenzione, a Saint Gravé dans le Morbihan.

Vecchi, dopo 18 anni di fuga, è stato "arrestato giovedì 8 agosto sulla base di due mandati di arresto europei emessi dai pubblici ministeri di Milano e Genova ", ha affermato il procuratore generale di Rennes Pascal Bougy. I mandati di arresto erano stati emessi "a seguito di condanne penali emesse dai tribunali di queste città".

Vecchi, noto esponente dell'area anarco-autonoma milanese, come riferisce la Questura della città meneghina era stato condannato con sentenza definitiva della Corte di Cassazione del 13 luglio 2012, periodo in cui è divenuto latitante, a 11 anni e mesi 6 di reclusione per le violenze occorse durante le manifestazioni di piazza a Genova, in concomitanza con lo svolgimento del Vertice dei G8 del 2001.

Nei difficili giorni del 20 e 21 luglio 2001, travisato e in concorso con altri manifestanti, Vecchi "danneggiava, distruggeva e incendiava svariati beni mobili e immobili tra cui alcuni istituti di credito, autovetture e un supermercato, asportandone la merce esposta all'interno. Si contrapponeva con violenza alle forze dell'ordine, inneggiando gli altri manifestanti all'attacco e lanciando bottiglie, sassi e facendo esplodere alcune molotov. Spostava inoltre dalla loro sede cassonetti delle immondizie, rovesciandoli al centro della strada".

Negli ultimi due mesi l'azione investigativa della polizia italiana per rintracciarlo si era intensificata. L'analisi delle informazioni relative al latitante, ai suoi vecchi compagni di lotta politica ed alla famiglia, hanno consentito di acquisire numerosi elementi che hanno attestato la presenza di Vecchi in Francia.

L'uomo nelle scorse settimane aveva incontrato l'ex convivente e la figlia minore in una località della Savoia, dove avevano trascorso una settimana di vacanza. Al termine del soggiorno, la donna e la giovane avevano fatto rientro a Milano, mentre Vecchi è tornato in Bretagna dove aveva ripreso la sua normale vita coperto, però, da una falsa identità.

Seguendo ogni indizio possibile, e avvalendosi di intercettazioni telefoniche, le forze di sicurezza italiane hanno acquisito ulteriori indizi utili a localizzare il latitante e a scoprire in che modo si teneva in contatto con l'ex convivente e la figlia. In base a questi elementi comunicati dai colleghi italiani, la polizia francese la mattina di giovedì ha arrestato Vecchi a Saint Gravè dans le Morbhian, un piccolo borgo della Bretagna dove lavorava come imbianchino e si faceva chiamare Vincent.

Vecchi non aveva documenti di riconoscimento ma una tessera sulla quale compariva il nominativo di Vincent Papale. Il fermato “è stato deferito venerdì alla Corte di Appello di Rennes dove è stato incarcerato in attesa della sua udienza prevista mercoledì 14 agosto alle 9", scrive il quotidiano bretone “Le Telegramme”.

Un collettivo di attivisti francesi denominato “Soutien Vincenzo” (Sostieni Vincenzo, ndr) ha confermato, come riferisce sempre il giornale, che l'italiano “è stato incarcerato nella prigione di Vezin-le-Coquet vicino a Rennes". "Non è membro di nessuna organizzazione politica e aveva scelto di fuggire da questa condanna ingiusta e sproporzionata.

Vive da otto anni nel nostro territorio e si è integrato perfettamente alla vita locale", sostiene il collettivo. "Ci opponiamo al fatto che lo Stato francese consegni Vincenzo alle autorità italiane".

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