Il Covid-19 "potrebbe essere mutato”. Una supposizione avanzata da Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento contro il coronavirus.
La dottoressa esprime un giudizio analogo a quello della virologa Ilaria Capua, docente all'università della Florida. Quest’ultima ha evidenziato che in Lombardia “il virus circola in modo anomalo e non sappiamo il perché” e ha precisato che occorre trovare una spiegazione sul tasso di letalità. Allo stesso modo, Gismondo sottolinea che in questa regione si sta verificando qualcosa difficile da comprendere perché è stato superato il numero di morti della Cina in una zona di gran lunga più piccola e in un tempo minore.
"Sta succedendo qualcosa di strano - avverte Gismondo - In Lombardia c'è un'aggressività che non si spiega. Le ipotesi possono essere tutte valide”, specifica l’esperta, che proprio per questo avanza l’ipotesi di un mutamento da parte del virus. E poi si rivolge direttamente alla comunità scientifica: “Uniamoci per capire - spiega la virologa -. Se tutti ci mettiamo insieme e ne studiamo un pezzetto, probabilmente riusciremo a comprendere”.
Intanto è passato un mese esatto da quanto in Italia è iniziata l’emergenza. Il 21 febbraio all’ospedale lodigiano di Codogno si è verificato il primo caso di Covid-19, Mattia un uomo di 38 anni. A tal proposito, la virologa racconta all’Adnkronos Salute che sembra di vivere in un brutto sogno, dove medici e infermieri hanno perso il senso del tempo. "Ormai siamo abituati non avere più distinzione tra sabato, domenica e il resto della settimana - dice Gismondo - spesso neanche tra il giorno e la notte".
La virologa afferma che stiamo vivendo una situazione anomala, nuova. La scienziata sottolinea che la comunità scientifica è circondata da persone che chiedono quando l’emergenza finirà, cosa succederà in futuro, come se medici, tecnici e teorici fossero “i depositari della verità” del Covid-19, quando invece sono uomini e donne "preoccupati" come tutti gli altri.
Infine, Gismondo ammette che esiste il timore davanti a "quello che prima non ci preoccupava e che io e altri virologi, come del resto l'Organizzazione
mondiale della sanità, dicevamo sarebbe stato poco più grave di un'influenza". Ora, al contrario, la virologa riconosce di essere impressionata davanti ai numeri della Lombardia e vorrebbe capire cosa stia succedendo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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