"Ci sono altre malattie che si stanno trascurando e richiedono assistenza". A dirlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, ricercatore all'Università degli Studi di Milano e Direttore sanitario Irccs Istituto Galeazzi di Milano, che non ammette ignoranza sul virus ricordando l'esistenza di altre patologie ben più gravi e deleterie finite ormai nel dimenticatoio.
Non c'è solo il Coronavirus e sarebbe bene, di tanto in tanto, ricordarselo. L'esperto asfalta i catastrofisti della pandemia, quelli che annunciano alla disperata l'arrivo imminente di una seconda e devastante ondata globale. Ma, sebbene non sia da escludere un incremento dei casi per il prossimo autunno, non vi è motivo alcuno per una preoccupazione eccessiva. Insomma, l'apocalisse può attende ancora. "Sono ottimista, ma prudente. - afferma Pregliasco in una intervista al Corriere della Sera -Prepariamoci a una seconda ondata ed, eventualmente, pensiamo a lockdown mirati. Ma se riusciamo a intercettare i casi e, soprattutto, se ci sarà una buona risposta dalla sanità territoriale (compresi i medici di base, ndr ) per il controllo della situazione, potremo stare tranquilli. Bisogna evitare psicosi verso questa patologia".
Dunque, il consiglio è: mantenere i nervi saldi. Tra i risvolti più insidiosi che nasconde il virus vi è sicuramente il rischio di una psicosi collettiva. Ma con un pizzico di buon senso, e poche regole, la convivenza col Covid può essere gestita in tranquillità. ''Le regole di prevenzione 'classiche' (mascherine, distanziamento e disinfezione) valgono sempre. - spiega - E in più occorre promuovere la vaccinazione anti-influenzale (e anche quella contro lo pneumococco, responsabile di polmoniti, ndr ). Le vaccinazioni, di qualsiasi tipo, 'allenano' il sistema immunitario a difendersi contro le infezioni".
In Italia, nelle ultime settimane, è stato segnalato un altro picco di contagi. Che cosa indicano questi dati? ''Nelle ultime sei settimane i casi stanno aumentando, i soggetti in terapia intensiva sono triplicati, nell'ultima settimana sono stati intercettati 691 nuovi focolai e l'indice di contagio, il famoso Rt, è arrivato a 1,14 (questo indice dà l'idea di quanto un individuo infetto riesce a trasmettere il virus ad altre persone: l'ideale sarebbe sotto l'uno, cioè un individuo positivo infetta meno di un'altra persona, ndr ). - continua il virologo - Ma tutti questi numeri non sono rilevanti: la situazione è naturale e perfettamente gestibile. Dimostra la capacità di individuare i positivi e di controllarli. Ci dobbiamo abituare alla presenza del virus''. A conti fatti, e con una corretta interpretazione dei dati, sembra che oggi la malattia sia meno grave e più gestibile: ''I 1.600 contagi di ieri sono diversi da quelli di alcuni mesi fa. Oggi riusciamo a intercettare infetti e asintomatici che prima non vedevamo e, quando necessario, a trattarli precocemente (il caso di Silvio Berlusconi è emblematico: intercettato subito, quando aveva un'altissima carica virale, è stato trattato con antivirali, con successo, ndr ). Ma il virus non è cambiato".
C'è molta preoccupazione per il rientro a scuola. ''La scuola è uno "stress test" e la partenza preoccupa. Non sappiamo che cosa succederà, ci sono complicazioni organizzative, è indubbio che ci saranno focolai e emergeranno problemi per le famiglie.
Ma penso che i problemi si potranno affrontare e risolvere". Infine, il virologo commenta l'interruzione dei test per il vaccino opzionato dall'Italia: "Un vaccino non deve arrivare per primo, - conclude -ma deve essere efficace e sicuro''. Come scienza comanda.
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