Capua: "Ecco le tre regole da seguire per salvarsi dal contagio"

"Non bisogna rinunciare a sposarsi: si può fare una cerimonia più piccola e rimandare l’evento di un paio d’anni, quando presumibilmente saremo tornati a una normalità", consiglia la virologa

Capua: "Ecco le tre regole da seguire per salvarsi dal contagio"

Intervistata da "Il Corriere", Ilaria Capua, direttore dell'One Health Center of Excellence dell'Università della Florida, ha commentato la situazione dell'incremento di contagi in Italia tracciando delle semplici regole da seguire per contenere il più possibile la diffusione del Covid.

"Assistiamo a una circolazione vivace del virus, siamo passati da 1.500 a oltre 5mila contagi. È il momento di rafforzare l’impegno da parte di tutti", spiega la virologa, che sottolinea ancora una volta la necessità del mantenimento delle distanze di sicurezza e l'importanza dei dispositivi di protezione individuale e del frequente lavaggio delle mani. "La mascherina va portata sempre, sottolineo sempre, tranne che in casa e nella propria macchina se si è soli. Se si usa il car sharing meglio indossarla", aggiunge ancora Capua."Il disinfettante va tenuto sempre con sé, lavando le mani più spesso possibile con acqua e sapone. Il virus viene trasportato da goccioline pesanti, che tendono a cadere rapidamente. La distanza interpersonale di due metri ci protegge, in quanto il virus non è in grado di superarla indenne".

Per quanto riguarda la stretta su locali ed eventi anche di natura privata, la virologa mostra di essere in perfetta sintonia col governo giallorosso. "Lo trovo giusto, anche se più che il numero di persone conta la provenienza e lo stato sanitario dei presenti". Stabilito che sia meno rischioso un raduno, magari in occasione di un matrimonio, con numerose persone originarie della stessa zona piuttosto che uno con partecipanti provenienti da città diverse e magari lontane tra loro, Capua dà un consiglio personale: "Ovviamente non bisogna rinunciare a sposarsi: si può fare una cerimonia più piccola e rimandare l’evento di un paio d’anni, quando presumibilmente saremo tornati a una normalità".

La virologa esclude l'ipotesi chiusura di alcune regioni:"Dobbiamo affidarci al buon senso che ci fa sopravvivere, imparare e crescere. Di troppe regole si muore. Il problema Covid non lo risolveranno i politici, ma i singoli individui che si sentono parte di una collettività".

Ammettendo di non conoscere bene la situazione italiana, per il fatto che oramai da 4 anni vive negli Stati Uniti, Capua pare certa che gli ospedali nostrani saranno in grado di reggere l'onda d'urto dell'aumento di contagi per l'esperienza maturata nel corso dei mesi. Ma restano comunque da correggere, rispetto alle fasi iniziali della pandemia, alcune evidenti storture: "Per quanto riguarda i tamponi, bisogna snellire le procedure, evitare che si formino code nei punti-prelievo o che le persone aspettino giorni per avere il referto". I consigli generali, poi, sono sempre gli stessi: "Diamo la priorità a poche regole: spostarsi il meno possibile e sempre con la mascherina, mantenere la distanza di due metri, lavarsi e disinfettare le mani. Con l’unione di questi comportamenti siamo protetti, un po’ come la matrioska più piccola, racchiusa dentro le altre".

Servirà limitare orari e presenze in locali pubblici, bar e ristoranti? "Sì, sono situazioni in cui si tende a stare senza mascherina e a parlare ad alta voce.

Ricordiamoci che urlare e cantare sono i modi migliori per diffondere il virus", puntualizza Capua, che preannuncia la necessità di reinventare il concetto di movida,"altrimenti il virus continuerà a circolare tra i giovani adulti".

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