All'aperto, in casa, negli ospedali: la verità sul contagio del virus

L’Arpa Piemonte, in collaborazione con il laboratorio di virologia molecolare del polo universitario San Luigi Gonzaga di Orbassano, ha pubblicato due importanti ricerche

All'aperto, in casa, negli ospedali: la verità sul contagio del virus

Il Covid-19 si diffonde maggiormente al chiuso, in particolare nelle abitazioni private e nei luoghi dove non c’è un’adeguata areazione. Nelle strutture ospedaliere, anche in quei reparti dove i pazienti ricoverati hanno una carica virale alta, il virus fa meno danni, poiché il ricambio d’aria è gestito in maniera impeccabile. All’aperto, invece, ci sono pochissime possibilità, mantenendo la distanza, di ammalarsi di Coronavirus. Il centro regionale di biologia molecolare di Arpa Piemonte, in collaborazione con il laboratorio di virologia molecolare e ricerca antivirale del polo universitario San Luigi Gonzaga di Orbassano, ha pubblicato i risultati di due importanti studi effettuati a campione nel territorio piemontese.

Le ricerche hanno analizzato le emissioni nell’aria del virus Sars Cov-2 da parte di pazienti con una carica virale nota. Le persone contagiate si sono esercitate a respirare, parlare o leggere a una distanza di un metro e mezzo da un apparecchio di rilevazione. L’esperimento ha evidenziato che il virus si può diffondere nell’aria, tramite le goccioline di saliva, le secrezioni respiratorie e salivari ben oltre lo spazio di sicurezza indicato dagli esperti. Un’altra verifica, come riporta il quotidiano La Stampa, ha permesso di monitorare l’aria all’interno degli ospedali del Piemonte. La scoperta è stata molto incoraggiante, poiché ha confermato una minore presenza del virus nei luoghi al chiuso dove il sistema di areazione funziona alla perfezione.

I reparti di terapia intensiva, nonostante la presenza di pazienti con Covid-19, sono quelli dove il virus circola meno nell’aria. Nelle abitazioni private, al contrario, le concentrazioni di sars Cov-2 si sono rilevate più consistenti, fino a 40-50 copie genomiche del virus al metro cubo di aria. Questi valori risultano fortemente influenzabili dalle frequenze di ricambio d’aria e dal numero di soggetti positivi presenti nelle abitazioni, oltreché dallo sviluppo dei sintomi più comuni della malattia (tra cui principalmente la tosse secca).

Le tecniche di campionamento messe in campo dall’Arpa Piemonte si sono avvalse dei seguenti sistemi: un impattatore centrifugo in grado di accelerare il flusso d’aria aspirato alla velocità del suono, diminuire le perdite per evaporazione, mantenere l’infettività e l’integrità delle particelle virali trasferendole direttamente in una soluzione di trasporto adeguata; un campionatore a basso volume per il filtraggio dell’aria su filtri in Ptfe, materiale che garantisce la massima capacità di cattura delle particelle

virali di dimensioni comprese tra 10 e 900 nanometri; un campionatore ad alto volume per il filtraggio dell’aria su filtri in fibra di vetro o quarzo, in grado di aspirare l’intero volume di una stanza in meno di un’ora.

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