Xylella, tutta la verità sul flagello degli ulivi

Una dura battaglia tra movimenti e comunità scientifica paralizza l'azione anti-contagio. E la malattia fa ancora vittime

Xylella, tutta la verità sul flagello degli ulivi

Per ora si parla di più di un milione di alberi infetti, ma è un calcolo approssimativo, e che purtroppo va aggiornato spesso. Perché il Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo, la malattia che sta facendo strage di quegli alberi che sono uno dei simboli della Puglia, continua a propagarsi rapidamente. Anche a causa della durissima battaglia tra comunità scientifica e movimenti locali e ambientalisti che finora ha rallentato, e a volte paralizzato, l’applicazione delle misure necessarie per fermare il contagio.

Nell’estate del 2013, quando i primi focolai di disseccamento degli ulivi iniziano a diffondersi in Salento, nella zona di Gallipoli, gli scienziati del Cnr di Bari ricollegano la malattia alla presenza di un batterio, la Xylella fastidiosa, e in particolare a una sua sottospecie detta pauca, di cui trovano traccia sugli alberi colpiti dalla malattia. Il batterio, tipico dell’America centrale e settentrionale, non era mai stato individuato in Europa. La teoria dei ricercatori del Cnr è semplice: la Xylella è arrivata in Salento probabilmente come “ospite” di piante ornamentali importate dall’America Centrale, anche grazie agli scarsi controlli alle frontiere comunitarie. Poi, l’agente patogeno si è diffuso, grazie alle condizioni ambientali favorevoli e alla presenza di un “insetto vettore” (la cicalella detta “sputacchina”) che è in grado di “trasportarlo” rapidamente da un uliveto all’altro. Teoria che sembra essere confermata dalla presenza della Xylella su diverse piante ornamentali in arrivo dal Costarica, accertata grazie a controlli effettuati a fine 2014.

Ed è proprio quando entra in scena la Xylella che scoppia un caso quasi senza precedenti in Italia. Una cura per il batterio non esiste ancora, e per fermare il contagio, raccomandano gli scienziati, bisogna ricorrere ai trattamenti fitosanitari, per cercare di arginare gli agenti patogeni. E abbattere gli alberi infetti. Il governo italiano nomina un Commissario Straordinario, Giuseppe Silletti, comandante del Corpo Forestale della Puglia, per approntare i piani di contenimento dell’epidemia. Ma quella che parte da movimenti locali e ambientalisti è una vera sollevazione popolare, che mette in dubbio tutte le verità sul disseccamento degli ulivi: i dati sulla Xylella sarebbero frutto di manipolazioni degli scienziati, l’abbattimento degli alberi una strage inutile, e forse ordinata da “soggetti esterni”, interessati a distruggere l’ambiente salentino: multinazionali, speculatori, che per qualcuno avrebbero avuto addirittura un ruolo attivo nel propagare la malattia che fa strage di ulivi. Gli alberi colpiti dal disseccamento, secondo gli esponenti di diversi movimenti salentini, possono essere curati semplicemente ricorrendo a cure naturali.

Ma gli uliveti curati con i rimedi tradizionali, in realtà, non riescono a guarire, mettono in guardia diversi agricoltori della provincia di Lecce che invece credono alla presenza della Xylella. E che protestano per ragioni diverse: si sentono abbandonati. Unione Europea e Governo italiano, infatti, considerano l’infezione non più eradicabile dal Salento, anche a causa delle polemiche che hanno ritardato l’applicazione delle misure.

E puntano, ormai, soprattutto a fermare un contagio che è un’enorme minaccia per tutta l’olivicultura italiana, e che nello scenario peggiore potrebbe espandersi a tutto il bacino mediterraneo. Nel frattempo, in Puglia, continuano le polemiche, e le scoperte di nuovi focolai. Due anni dopo l’inizio dell’emergenza, quasi nulla sembra essere cambiato.

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