Il solito Zanotelli: ora digiuna pure contro la condanna di Lucano

Il prossimo sciopero della fame del missionario sarà fatto in onore dell'ex sindaco di Riace: "Questo è un processo politico"

Il solito Zanotelli: ora digiuna pure contro la condanna di Lucano

Padre Alex Zanotelli prepara ancora una volta uno sciopero della fame, prassi oramai consolidata da tempo nelle abitudini del religioso. In questa occasione, nello specifico, il digiuno diviene"un urlo per la condanna a 13 anni di carcere a Domenico Lucano", definito un "uomo onesto, che ha fatto rinascere Riace, un paese semiabbandonato, accogliendo profughi".

Il missionario dedicherà quindi lo sciopero della fame mensile, finalizzato a contrastare le "politiche razziste" nei confronti dei migranti, all'ex primo cittadino di Riace, condannato a 13 anni e 2 mesi di reclusione per favoreggiamento di immigrazione clandestina, truffa e abuso di ufficio. Il giorno della sentenza, vale a dire lo scorso 28 settembre, Zanotelli si trovava nell'aula del tribunale di Locri, come da lui stesso rivelato all'AdnKronos.

"Ho pianto ascoltando la oscena sentenza, che di solito è riservata ad assassini, a mafiosi, a trafficanti di droga. Questo è un processo politico", accusa senza giri di parole il missionario. "Lucano è condannato perché ha creato a Riace un modello di accoglienza. Come dice l'amico, Tonino Perna, Lucano è colpevole di 'reato di umanità'". Per protestare anche contro quella che ritiene essere un'iniqua sentenza, quindi, il religioso annuncia il 'Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti', con un sit-in a Montecitorio, davanti al Parlamento italiano."Il digiuno che Dio gradisce è quello di 'sciogliere le catene inique e di introdurre in casa i senza tetto', come afferma il profeta Isaia", aggiunge ancora Zanotelli. "Il nostro digiuno è una protesta contro le politiche razziste, della Ue e dell'Italia che esternalizzano le frontiere per non accogliere i profughi che bussano alla nostra porta. È quanto toccherà in sorte anche al mezzo milione di profughi afghani in fuga dal governo dei Talebani".

Il missionario si dice certo che l'Ue tenterà in ogni modo di persuadere Pakistan ed Iran ad accogliere gli afghani, una scelta perfettamente in linea con l'attuale politica comunitaria, "sempre più allineata alla dottrina razzista di Salvini, Meloni, Orban. I politici europei esigono che i diritti umani vengano rispettati in Afghanistan, ma sono i primi a negarli quando gli afghani bussano alla nostra porta". Zanotelli accusa di razzismo anche il nostro Paese, dato che "a Trieste, in barba a tutte le leggi internazionali, la polizia italiana respinge i profughi in arrivo e li consegna alla polizia slovena, questa alla slovacca e quest'ultima alla Bosnia , nel campo di concentramento di Lipa". Stesso destino, sostiene Zanotelli, toccherà agli afghani che seguono la 'rotta balcanica' o la 'rotta salentina'.

Nel minestrone di accuse finiscono anche coloro che osano rallentare l'operato delle navi delle Ong, che scaricano quotidianamente centinaia di clandestini sulle coste italiane:"Troviamo incredibile che le misure anti-Covid diminuiscano sempre più, tranne che per le navi delle ONG, costrette a fare quarantene piu lunghe. Non solo", puntualizza il religioso, "le navi salva-vite sono costrette ad aspettare un settimana per far sbarcare i migranti salvati in mare".

Oltre che respingere gli stranieri alle frontiere, inoltre, l'Ue osa procedere coi rimpatri di quanti sono sprovvisti di permesso di soggiorno: "L'Italia in

sei mesi ha speso in quest' anno 52.000 euro nel noleggio di nove aerei per deportare un numero imprecisato di cittadini egiziani, impiegando per l'operazione fra i 650 e mille agenti di polizia", conclude Zanotelli.

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