The Bar dell'Aman: sei cocktail per sei stanze

Nel bellissimo albergo nel cuore di Venezia il bar manager Antonio Ferrara ha creato una carta con dei signature drink ispirati ciascuno a un ambiente del bellissimo Palazzo Papadopoli e ai sentimenti a essi collegati: dall’Armonia alla Devozione, dalla Meditazione all’Incanto. Al momento uno dei percorsi di mixology più affascinanti d’Italia

The Bar dell'Aman: sei cocktail per sei stanze
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Sei signature cocktail per altrettante stanze di uno dei più begli edifici veneziani, Palazzo Papadopoli, uno degli otto palazzi monumentali sul Canal Grande. Qui ha sede Aman Venice, un lussuoso albergo che costituisce una vera oasi di pace a poche decine di metri dalla folla selfiezzante e ciabattante del Ponte di Rialto. E qui, oasi nell’oasi, si trova The Bar, per la cui drink list il bar manager Antonio Ferrara ha scelto di ispirarsi alle meravigliose stanze del palazzo: Riflessioni è il nome di questa carta composta da sei notevoli proposte.

Io ho avuto la fortuna di poterle provare tutte, seduto su un divano del magnifico bar. Mi sono stati serviti con lentezza e con una progressione alcolica in crescendo che li ha valorizzati, così come li ha valorizzati la narrazione dello stesso Ferrara. Il primo è stato Incanto, dedicato alla sala Guarana, dove si trova un affresco dedicato alla sensualità e all’amore carnale: un Campari Soda un po’ più articolato con il contributo del Grand Marnier Cuvée de Centenaire, del Campari Cask, un liquore al peperoncino, una soda al lampone fatta in casa (e la polpa liofilizzata si trasforma nelle chips), mezcal e gel allo yuzu. Poi è stato il momento di Devozione ispirato alla stanza del Tiepolo e quindi all’amore fedele. Un Margarita, drink che piace a tutti e che molti chiedono come “il solito” (questa è fedeltà): Tequila Fortaleza Reposado, fragola e sherry, fragole essiccate come guarnizione, terminiamo con dell’aceto di albicocca e distillato Capovilla delle albicocche del Vesuvio. Poi Armonia, dedicata alla stessa stanza che ospita il bar, illustrata con le figure delle muse: e quindi una base di Rum Sour con una sfumatura di pompelmo e cannella e la complessità apportata dall’Amaro Santoni, quindi un’ostia edibile.

Piccola pausa, qualche snack dalla cucina guidata dall’executive chef Matteo Panfilio, la cui proposta mi riprometto presto di provare. Chips di polenta e baccalà mantecato, chips di semi di lino e guacamole, crème fraiche e caviale e poi un’aerea focaccia alla pugliese.

Si torna ai bicchieri: Meditazione, dedicato alla sala blu che rimanda a una sensazione di calma, riflessione spiccatamente femminile: French 75, base Tanqueray n° 10, con aggiunta di cordiale alla verbena e rosmarino, l’aperitivo Venturo aperitivo a base di camomilla, e un po’ di Champagne Lallier Blanc de Blancs. Quindi l’Indomabile, dedicato alla sala gialla in cui c’è il ritratto della volitiva contessa Maria Maddalena Aldobrandini Papadopoli, che trascorse la sua vita a sfidare l’autorità: un Martini con Altamura Vodka, Riserva Carlo Alberto Extra Dry Vermouth infuso con semi di finocchio, menta e foglia d’oro edibile. Infine Anima, che esprime l’aura solenne e meditativa della biblioteca e le sue note di legno antico e cuoio: un Old Fashioned con Bourbon Michter’s, Sherry Pedro Ximenez Lustau, Palo Santo. Bitter Orange e banana.

Ogni proposta riflette l'essenza degli affreschi e delle decorazioni che adornano le stanze, catturando l’eleganza e la storia dell’edificio e per sommo atto di coerenza il menu come oggetto è stato realizzato utilizzando scampoli dei tessuti Rubelli originali, che impreziosiscono le pareti del Palazzo. I cocktail sono disponibili in carta a partire dal 24 giugno e fruibili a tutti gli ospiti dell’hotel e ai clienti esterni.

The Bar è uno spazio caldo e piacevole, ispirato a uno degli ospiti più famosi della città, il poeta inglese Lord Byron. Gli ospiti sono trasportati in un’atmosfera fuori dal tempo, con tessuti e rivestimenti in seta che ricoprono le pareti, adornate da un affresco originale di Cesare Rotta e un prezioso lampadario in vetro di Murano.

Aman Venice è stato inaugurato nel 2013 dopo un meticoloso restauro: conta 24 tra stanze e suite, arricchite dalle opere di alcuni dei più grandi artisti italiani, tra cui l’architetto del XVI

secolo Sansovino e il pittore del XVIII secolo Tiepolo che si sposano magnificamente agli interni contemporanei firmati da Jean-Michel Gathy. Altro vanto dell’hotel due giardini privati, una vera rarità nella Serenissima.

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