Gai’a, i profumi di Santorini

L’azienda vitivinicola greca, distribuita in Italia da Masciarelli, produce nell’isola delle Cicladi alcuni notevoli vini bianchi da uve Assyrtiko, l’esuberante Thalassitis e la sua versione fermentata in legno di quercia Nichteri. Etichette di nicchia che contribuiscono a rompere molti schemi di (sotto)valutazione delle etichette che arrivano da quel Paese

Gai’a, i profumi di Santorini
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Se c’è una viticoltura in Europa vittima di pregiudizi e di sottovalutazione, ebbene probabilmente è quella greca, forse perché molti di noi alla fine pensa di conoscerla e si permette di giudicarla in base a quel bianco anonimo consumato in infradito in una gioiosa taverna per accompagnare un aperitivo a base di olive e feta dall’unica virtù di essere servito ghiacciato. O forse magari nel corso della stessa vacanza qualcuno di noi si è avventurato nell’assaggio di una rustica Retsina restandone deluso o sconcertato.

Esiste invece un movimento molto interessante di viticoltori che da qualche decennio lavorano a svecchiare il vino greco, creando nuovi parametri qualitativi e producendo bottiglie identitarie ma anche contemporanee, in grado di entusiasmare l’appassionato e di aggiungere una voce cristallina al coro dei grandi vini del mondo. Una delle aziende che lavora da trent’anni in questa direzione è Gai’a, che abbiamo scoperto grazie al fatto che i suoi vini sono importati e distribuiti in Italia da Masciarelli, azienda abruzzese che oltre a produrre grandi vini di quella regione mai abbastanza valorizzata, porta nel nostro Paese i vini di alcune altre aziende italiane ed europee con cui condivide valori e qualità.

Gai’a Wines è stata fondata nel 1994 da Yiannis Paraskevopoulos e Leon Karatsalos, preparatissimi agronomi ed enologi pionieri della certificazione delle due più importanti varietà indigene greche a livello internazionale, il bianco Assyrtiko e il rosso Agiorgitiko, e produce 350mila bottiglie che raggiungono una trentina di Paesi nel mondo. L’azienda ha due cantine nelle più importanti aree Dop della Grecia: quella principale è a Nemea, nel Peloponneso e conta 10 ettari di vigneti che rappresentano l’anima “rossa” dell’azienda: a un’altitudine di 850 metri, l’ambiente sassoso e quasi montano offre ai vini rossi un grande potenziale di invecchiamento; la seconda è nelle Cicladi, sulla costa orientale di Santorini, dove le temperature estive molto elevate e i forti venti marini contribuiscono alla nascita di rari vini bianchi. Il simbolo della cantina è l’ammonite, una conchiglia fossile che rappresenta la capacità dello spirito greco di viaggiare attraverso i mari e attraverso i millenni.

L’azienda nasce nel 1994 immettendo sul mercato 9.400 bottiglie di di Thalassitis, un bianco da uve Assyrtiko prodotte sull’isola di Santorini, un vino che contribuì a cambiare gli standard qualitativi dei vini bianchi greci, entusiasmando gli appassionati e che non ha mai smesso di evolvere rappresentando l’espressione massima dello spirito Gai’a. E’ una delle due etichette da me assaggiate (nell’edizione 2022) e si tratta di un vino francamente notevole: prodotto da uve delle zone di Akrotiri, Pyrgos ed Episkopi, da vigne con ottant’anni di vita, con bassissima resa e che crescono su un terreno vulcanico e poroso, difficile e per questo in grado di stimolare grappoli di elevatissima qualità. Il resto lo fanno il clima e la brezza marina. Il risultato è un vino dal naso ricco ed esuberante, quasi tropicale, e dal sorso pieno e salino. Magnifico, davvero. In vendita sullo shop online Masciarelli a 29,60 euro la bottiglia.

L’altro vino da me assaggiato è il Nichteri 2020, una versione del Thalassithis fermentata in legno di quercia di differenti tagli ed età, ciò che dona a questo vino delle note tostate di vaniglia, un’evoluzione che si sposa magnificamente con gli aromi dell’Assyrtiko e con la sua acidità iodata. Un vino che gioca tutto sull’equilibrio di componenti apparentemente inconciliabili ma che proprio per questo rappresenta un assaggio davvero inconsueto. In vendita online a 33 euro.

Gai’a naturalmente ha una carta estremamente ricca con diverse produzioni peculiari che sono state introdotte nel corso di tre decenni: ad esempio la linea Notios, che esplorare la viticoltura del Peloponneso con un bianco da uve Moschofilero, e il rosso da uve Agiorgitiko; il Nemea, che rompe gli schemi dell’Agiorgiytiko come vino inadatto ai lunghi invecchiamenti; il Ritinitis Nobilis che ridefinisce e svecchia la Retsina; il GAIA S, blend di Agiorgitiko e Sirah di Koutsi; il Thalassitis con invecchiamento sottomarino; un Vinsanto a imitazione di quello prodotto nell’Italia Centrale; l’Assyrtiko con fermentazione spontanea e poi la sua versione

orange; infine l’ultimo nato in occasione dei trent’anni dell’azienda, l’Optimus, realizzato con un blend di Agiorgitiko e di Vertzam, che costituisce un ulteriore cambio di parametro nella produzione di vini rossi in Grecia.

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