La Società del benessere

Il ristorante in via Panfilo Castaldi a Milano, aperto da Giulia Litrenta (in sala) e Andrea Romanelli (in cucina), punta forte sulla felicità del cliente come se fosse un circolo in cui ciascuno è responsabile delle emozioni degli altri. Lo chef è un autodidatta un po’ anarchico ma molto creativo che ha guizzi molto interessanti che compensano ampiamente gli errori di ingenuità

La Società del benessere
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Giulia Litrenta e Andrea Romanelli sono una coppia nella vita e anche nel lavoro, di quelli che trasferiscono il loro amore nel come fanno sentire chi li va a trovare nel loro ristorante al numero 19 di via Panfilo Castaldi, che ha il nome «politico» di La Società. Una scelta che indica l’intenzione di vivere il ristorante come un gioco collettivo in cui tutti - lo chef, il personale di sala, i clienti - contribuiscono ciascuno al benessere degli altri.

Andrea Romanelli e Giulia Litrenta

E alla Società, che i due hanno aperto cinque anni fa, proprio pochi mesi prima della pandemia, a cui hanno resistito con coraggio e un pizzico di incoscienza, si sta bene davvero. Merito della grazia di Giulia, davvero con pochi paragoni a Milano. E della cucina un po’ anarchica di Andrea, un pezzo di ragazzo nemmeno quarantenne che in cucina è orgogliosamente autodidatta e questo lo libera dagli schemi che imprigionano spesso gli chef con una formazione ortodossa. No, qui c’è grande libertà espressiva e pazienza se qua e là emergono dei piccoli peccati di inesperienza o di troppa ambizione. Ma io ho amato molto il Blu Dipinto di Blu, un piatto dai colori sovraesposti in cui domina il blu del Curaçao a elettrizzare i gamberoni in crosta di lampone marinati con maionese all’arancia. E poi sono rimasto colpito da Qui Quo Quaglia, una wellington con cipolla brasata e visciole al Porto. Notevoli anche i dolci, tra i quali la confortevolissima Tarte Pont Neuf con crema pasticciera all’albicocca e ribes.

Nel resto del menu ci sono altri episodi interessanti: Il Manzo Irlandese è un carpaccio con crema di patata e porro, sedano ghiacciato e mela cotogna, il Turkish Breakfast, uno shish kebab di agnello con puré di cruciferi, salsa yogurt piccante e pan brioche al miele, Un Sardo Gitano (paella di fregola con moscardino al pomodoro piccante, piselli e verdure brasate al forno), Spaghetto di Mezzanotte alla crema di pane di segale con aglio nero e habanero, scampi battuti e gel al limone, Beef Operà con roastbeef di manzo alla francese con salsa al gorgonzola e fondente di polenta e finocchio gratinato, Capperi che tonno, una tataki di tonno rosso, fondo bruno in teriyaki, salsa tonnata, fiori di cappero fritti, polvere di guanciale e cialda al plancton. Tra i dolci il Fresco di sera, un posset alle foglie di combava, limone e papaya flambante al brandy e peperoncino.

Un menu degustazione a mano libera in due taglie: cinque piatti 95 euro, otto 130. In più una lista di piatti vegetariani tra i quali Cavoli a merenda (cavolo bianco brasato alla paprika dolce e mix di spezie, cremoso di ceci e tahina, pesto leggero di spezie) e Bosco in città (sedano rapa in tre consistenze, brodo al miso e aromi di bosco). La carta dei vini non è monumentale ma è ricca di referenze non scontate. E poi ci sono i cocktail che Giulia prepara con passione e che vengono serviti fino a notte (la cucina si ferma invece alle 23).

Il locale è molto bello, carta da parati scoppiettante e design anni Sessanta, come un circolo della felicità.

La Società, via Panfilo Castaldi, 19. Tel. 0229401119. Chiuso il lunedì, gli altri giorni aperto solo a cena, la domenica anche a pranzo.

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