La Società, Romanelli alla ricerca della semplicità

Lo chef della Società di Milano ha deciso di eliminare molte cose superflue dalla sua cucina e il locale di via Panfilo Castaldi ne beneficia in immediatezza e piacevolezza. Resta l’atmosfera social e democratica in un ambiente comunque elegante, un servizio affettuoso e i cocktail impeccabili preparati dalla compagna Giulia

La Società, Romanelli alla ricerca della semplicità

Sono tornato dopo circa un anno alla Società, il ristorante milanese di Andrea Romanelli e Giulia Litrenta al numero 19 di via Panfilo Castaldi in zona Porta Venezia e devo dire che tutte le belle cose che avevo scritto nell’articolo del 30 luglio 2024 sono state confermate in termini di gentilezza e calore del servizio. E’ cambiato qualcosa nella cucina di Andrea, che avevo definito un anno entusiasta e pieno di idee ma qualche volta troppo generoso. E ho potuto constatare che ha fatto tesoro dei miei consigli (o forse semplicemente era questo il naturale approdo del suo percorso di crescita) e oggi è assai più misurato e concentrato, più in levare che in battere, e questo potrebbe rappresentare l’ultimo passo per il definitivo salto di qualità che un locale come questo meriterebbe. “Ho deciso di puntare su piatti più tradizionali reinterpretati evitando piatti troppo sperimentali e arzigogolati”, mi dice Andrea. E’ il momento di ricordarci dove ci troviamo.

La Società

La Società è nata nel 2019 da un’idea di Andrea e Giulia, coppia nella vita e nel lavoro: il titola evoca un concetto democratico della ristorazione dove tutti hanno il diritto di godere al massimo dell’esperienza ma tutti al contempo hanno il dovere di contribuire al benessere altrui. Il gioco funziona e si sta davvero bene, anche perché Giulia, che governa la sala, è dotata di grazia ed empatia in misure raramente riscontrabili nei ristoranti Milano. La Società è un ristorante e cocktail bar e le due cose si sposano volentieri, anche se possono anche essere tenute distinte in esperienze differenti (a questo serve la libertà). L’ambiente ricrea quello di un circolo elegante, con decorazioni, pezzi di design, carte da parati selezionati tutti da Giulia, che ha un certo gusto per il design. Ci sono una cinquantina di coperti distribuiti in tre sale: la prima è dominata da un camino settecentesco in marmo bianco di Carrara In cucina c’è come detto Andrea, classe 1984, milanese, appassionato di cibo fin da piccolo grazie alle tradizioni familiari. Inizia giovanissimo come lavapiatti ma nel frattempo osserva bene quello che accade in cucina e impara con gli occhi. Presto gli viene offerta la possibilità di cimentarsi con la preparazione di piatti e nel frattempo si appassiona anche alla mixology.

La Società

A 21 anni si trasferisce in Spagna portando la tradizione italiana nei luoghi della movida estrema come Tenerife, Formentera, Ibiza. Poi tante altre esperienze all’estero (Madrid, Costa Azzurra, Barcellona, Monaco di Baviera) e al ritorno in Italia molti corsi di cucina per arricchire la sua formazione da autodidatta. Prima dell’apertura della Società va segnalata anche la sua esperienza a Villa Crespi, il ristorante tristellato di Antonino Cannavacciuolo a Orta San Giulio, dove affina le sue conoscenze e alza le sue ambizioni. Il menu degustazione della Società è organizzato su due “taglie”, da tre piatti (75 euro) e da cinque (95) tradizione reinterpretata e non più cose troppo arzigogolato. Poi c’è una carta non troppo estesa (quattro antipasti, quattro primi, quattro secondi, quattro proposte vegetariane e quattro dessert). Io ho provato, su scelta di Andrea, una pizza liquida realizzata con un latticello con latte di bufala, polvere di segale e carbone vegetale cristallizzato con capperi al sale oliva taggiasca e pomodoro gelificato e confit, poi un germoglio verde, un basilico al cioccolato molto acido, che ritrovo anche all’interno del brodo sotto forma di olio. E a proposito del brodo, trattasi di un dashi con pomodoro giallo del Piennolo, salsa piccante con peperone rocoto e finocchietto. Poi arriva una interpretazione delle Lumache alla vietnamita con lumaca bergamasca, ragù fatto con zucchine differenti, carota e una spuma di porro di Cervere molto dolce che contrasta la piccantezza. Un gran piatto, in verità.

Arriva la pasta ma è assai particolare: un fusillo di Ferdinando II di Gragnano cotta al cartoccio con legno di melo e ciliegio, condito con un purè di caprino liquido e lampone liofilizzato. Una potenza affumicata davvero notevole. Chiusura salata con un piatto più tradizional, un Rombo chiodato cotto in maniera tradizionale, morbido e piacevole e vitalizzato da una demiglace allo zafferano arricchita da riduzione di Porto e aceto balsamico 36 mesi e da un carciofo perfettamente fritto. Chiusra anni Novanta con un semifreddo alle arachidi servito con pop corn al miele salato, affogato nel caramello al latte di mandorla e una cialda di patata dolce e polvere di caramello. Piuttosto profonda la cantina, senza eccessi enciclopedici. Consiglio anche di provare un cocktail dal bar, Ad esempio lo Scarselli, con gin Tanqueray, bitter Fusetti, Carlo Alberto rosso e aceto balsamico 36 mesi, il La Società con liquore ai fiori di sambuco, fragole fresche, timo e Champagne ed El Perro con mezcal Bonova Reposado, sciroppo di pompelmo, succo di lime e sciroppo d’agave.

Grande assortimento di distillati. Servizio efficiente e cordiale. La Società, via Panfilo Castaldi 19, Milano. Tel. 0229401119. Mail lasocietamilano@gmail.com. Aperto tutti i giorni solo a cena, la domenica anche a pranzo. Chiuso il lunedì

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