Nelle ultime ore a tenere banco negli Stati Uniti, è qualcosa che sta preoccupando gli americani e riguarda la salute del presidente Joe Biden. Soltanto poche ore fa è stato autore di una nuova pesante gaffe, la terza, nel giro di una settimana: “Come sapete all’inizio il presidente del Messico, al- Sisi, non voleva aprire il valico agli aiuti umanitari. Ho parlato con lui e l’ho convinto”, ha detto Biden in conferenza stampa, confondendo il nome del presidente del messico Obrador (Andrés Manuel López Obrador) con quello dell'Egitto Abdel Fattah al-Sisi.
Questa era solo l'ultima. In un incontro a New York di raccolta fondi per la sua campagna elettorare, il presidente ha fatto riferimento al cancelliere tedesco Helmut Kohl, morto nel 2017, scambiandolo con Angela Merkel mentre in occasione di un comizio a Las Vegas ha confuso Emmanuel Macron con l’ex presidente francese Francois Mitterand, deceduto nel 1996.
Il "Tallone d'Achille" del presidente
Periodo peggiore Biden non poteva sceglierlo, visto che questo sarà per gli americani il weekend del Superbowl, dove le famiglie si riuniscono e c'è da scommettere che uno degli argomenti di conversazione saranno proprio le sue gaffe in piena campagna elettorale. Ma non solo, c'è anche il rapporto stilato dal procuratore speciale Robert Hur chiamato ad investigare sui documenti top secret sulla guerra in Afghanistan e su altre questioni di sicurezza nazionale, trovati nel garage della residenza nel Delaware del Presidente, in cui si legge: "Una giuria troverebbe Biden una figura simpatica e un uomo anziano con buone intenzioni e scarsa memoria”.
Perché questi vuoti di memoria
Non lo si dice apertamente, ma il pensiero generale è che il presidente abbia un decadimento cognitivo dovuto forse all'età - ha 81 anni e ne compirà 82 a novembre - o ad una patologia. Non la pensa invece così Andrea Ungar, presidente della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) che all'Agi ha commentato questi episodi.
Le parole del geriatra
"Più un evento acuto capace di generare uno stato temporaneo di confusione mentale che l'esito di un progressivo processo di decadimento cognitivo. Fermo restando che ovviamente non possiamo fare la diagnosi al presidente Biden - spiega Ungar - da quel poco che vediamo e sentiamo da qua posso dire che c'è differenza tra il decadimento cognitivo cronico, che è lento e progressivo, e una situazione di confusione mentale che porta appunto a confondere un Paese per un altro, un presidente per un altro, errori troppo frequenti per far pensare solo a un semplice deficit di memoria".
Aggiunge poi Ungar: "Più una situazione simile al delirium che per esempio può insorgere con un ricovero. Uno stato collegato a un evento acuto, magari un'infezione urinaria o un'influenza, e che porta a questa condizione temporanea, anche se poi chi ne soffre rischia di più comunque il decadimento progressivo cronico".
Probabilmente la situazione è questa, bisognerà però vedere cosa ne penseranno nel segreto delle urne gli americani e se concederanno al: "simpatico uomo anziano dalle buone intenzioni" una nuova possibilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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