Nuova pesante gaffe per Joe Biden. Nella notte italiana il presidente Usa ha incontrato i giornalisti per difendere lo stato della sua memoria facendo però ancora una volta confusione con i nomi di capi di Stato riferendosi ad al-Sisi come il presidente del Messico invece che dell’Egitto. Potrebbe sembrare un errore di poco conto ma l’ottantunenne candidato democratico alla presidenza è già sotto accusa per precedenti episodi che mettono in dubbio la sua lucidità e capacità di correre per un secondo mandato.
“Come sapete all’inizio il presidente del Messico, al Sisi, non voleva aprire il valico agli aiuti umanitari. Ho parlato con lui e l’ho convinto”. Queste le parole pronunciate dal vecchio Joe in conferenza stampa che adesso rimbalzano in rete e seguono di poche ore altre due precedenti cantonate. In un incontro a New York per la raccolta fondi per la sua campagna il leader americano ha fatto riferimento al cancelliere tedesco Helmut Kohl, morto nel 2017, scambiandolo con Angela Merkel mentre in occasione di un comizio a Las Vegas ha confuso Emmanuel Macron con l’ex presidente francese Francois Mitterand, deceduto nel 1996.
La ridda di gaffe arriva nel momento peggiore possibile per l’ex vice di Barack Obama ed è destinata a dominare il dibattito politico e le conversazioni nelle case degli americani durante il weekend del Superbowl. Proprio ieri è stato pubblicato il rapporto finale del procuratore speciale Robert Hur chiamato ad investigare sui documenti top secret sulla guerra in Afghanistan e su altre questioni di sicurezza nazionale trattenuti da Biden nel 2017 e ritrovati nel garage della sua residenza nel Delaware e nel suo ufficio privato.
La vicenda tira in ballo proprio quello che ormai sembra il principale tallone d'Achille per l’incumbent dem: la memoria. Nel rapporto redatto dal repubblicano Hur si afferma infatti che la condotta del presidente non giustifica azioni penali a suo carico però, e qui arriva la stoccata più pesante, “una giuria troverebbe Biden come una figura simpatica e un uomo anziano con buone intenzioni e scarsa memoria”. Il procuratore speciale sottolinea di aver verificato durante il suo colloquio di cinque ore con il presidente avvenuto lo scorso ottobre che la sua capacità di ricordare ha "significative limitazioni". In particolare Biden non sarebbe riuscito ad indicare date significative per lui come l’anno della morte del figlio Beau e il periodo preciso in cui ha ricoperto l'incarico di vice.
Biden è già il presidente più anziano in carica nella storia degli Stati Uniti e da tempo in molti nel Paese sollevano dubbi sull’opportunità di un suo secondo mandato. Un recente sondaggio dell’Nbc ha mostrato come il 76% degli elettori e il 54% dei simpatizzanti del partito democratico siano preoccupati per lo stato mentale e fisico dell’attuale inquilino della Casa Bianca.
Nel frattempo, come titola la Cnn in apertura del suo sito, dall’altro lato dello schieramento politico Donald Trump si gode “il miglior giorno del 2024” alla luce della sua vittoria ai caucus in Nevada e dello scetticismo filtrato dai giudici della Corte Suprema che stanno esaminando il
caso della sua "espulsione elettorale" in Colorado. Ma è proprio la messa in discussione dell’idoneità psicofisica del suo rivale che rappresenta per il tycoon un inaspettato assist nella corsa alla Casa Bianca.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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