"Parla male dell'Islam". Fango e minacce al docente di diritti umani

“Sono stato diffamato e il mio nome e la mia reputazione sono stati trascinati nel fango". L'incredibile storia del professor Greer, accusato di islamofobia e scagionato da ogni accusa

"Parla male dell'Islam". Fango e minacce al docente di diritti umani

Assolto dall'accusa di islamofobia mossa nei suoi confronti da alcuni suoi studenti, ora l'ex docente di diritti umani presso l'università di Bristol, Steven Greer, 66 anni, teme per la sua vita.

Lo studioso ha raccontato alla stampa inglese di essere stato costretto a indossare un travestimento e portare un'arma per la propria protezione dopo che alcuni studenti universitari della facoltà di giurisprudenza dell'università di Bristol si sono lamentati del fatto che gli elementi del suo corso erano "razzisti" e "discriminatori".

Per gli studenti di sinistra, il docente, massimo esperto di diritti umani nel Regno Unito, avrebbe parlato a sproposito nelle sue lezioni del trattamento discriminatorio nei confronti delle donne e dei non musulmani nei Paesi islamici e della vita sotto la shari'a.

Il racconto del professore

Il professor Greer, membro dell'Accademia delle scienze sociali, della Royal Society of Arts e attualmente direttore della ricerca per il think tank Oxford Institute for British Islam, è stato completamente scagionato da ogni accusa l'anno scorso. Un'inchiesta di cinque mesi, condotta da un accademico senior dell'università di Bristol, ha ritenuto che ciascuna delle accuse mosse contro di lui dagli studenti progressisti fosse completamente infondata.

Fino all'anno scorso, racconta lui stesso all'Oxford Mail, "avevo goduto di una carriera meravigliosa e credo di essermi guadagnato il rispetto di studenti e colleghi di tutto il mondo mondo. Da un giorno all'altro, tuttavia, il mio nome è diventato sinonimo di fanatismo, razzismo e islamofobia – soprattutto sui social media – a causa di un manipolo di studenti maligni che hanno deciso di rovinarmi la vita".

Ha poi aggiunto: "Sono stato diffamato e il mio nome e la mia reputazione sono stati trascinati nel fango. Per la mia stessa sicurezza sono stato costretto a comportarmi come un fuggitivo, semplicemente per aver incluso nel mio corso informazioni scientificamente autorevoli e basate sui fatti a cui alcuni studenti militanti si sono opposti". La follia della cancel culture contro una persona che amava il suo lavoro.

Nascosto per paura di ritorsioni

La campagna discriminatorio mossa dagli studenti contro il professore non si è fermata. Greer, nonno di tre figli, era così spaventato per la propria incolumità che ha dovuto nascondersi: si è fatto crescere una lunga barba folta e si è travestito in pubblico con occhiali finti e una felpa con cappuccio tirata su per oscurare il resto del viso, per evitare possibili ritorsioni. Portava con sé anche un ombrello e un cacciavite nel caso fosse stato aggredito.

Così delle accuse che si sono dimostrate completamente false e infondate, lo hanno costretto a vivere

nell'anonimato. La macchina del fango dei "buoni", quei progressisti che professano rispetto per tutti e tutela delle minoranze, tranne per quelli che la pensano diversamente da loro, si è messa in moto, implacabile.

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