La terra dei liberi e la patria dei coraggiosi. Negli Stati Uniti il concetto di libertà è scolpito nell'anima della nazione. Ma anche nelle targhe delle automobili. Qualche giorno fa oltreoceano è rimbalzata la notizia che un signore residente in Nevada si è visto revocare la propria targa. Il Department of Motor Vehicles (Dmv), l'ente corrispondente alla nostra motorizzazione civile, l'ha giudicata discriminatoria in quanto recitava "GOBK2CA" ("Go Back to California", tornatevene in California).
Come funzionano le targhe personalizzate negli Usa
Gli Usa però sono da oltre duecento anni uno Stato federale e, come la riscossione delle tasse, anche la registrazione dei veicoli viene gestita su base statale e non nazionale. La legislazione locale non è univoca: in alcuni posti è previsto solo un codice identificativo numerico (Illinois), in altri alfanumerico (New York) e la lunghezza può variare. In 21 Stati, per risparmiare risorse, il codice della strada non prevede nemmeno l'apposizione obbligatoria della targa anteriore. A chiunque è tuttavia data la possibilità di acquistare una vanity license plate, o una targa personalizzata, ma a patto che vengano rispettati i requisiti fissati dalla motorizzazione, come d'altronde dimostra il suddetto caso del Nevada.
In America prima di scegliere la targa personalizzata una persona deve leggere dei lunghissimi elenchi pubblici rilasciati dai singoli dipartimenti dei Trasporti degli Stati. Al loro interno sono inseriti i nomi di tutte le banned license plates, ovvero le targhe vietate. L'obiettivo è presto detto: si cerca di evitare atti di vandalismo e provocazioni ritenute illegittime. A seconda della popolazione, uno Stato americano rifiuta in media dalle 500 alle 1000 targhe ogni anno.
Le targhe più stravaganti
In genere una targa è vietata se esprime allusioni sessuali, volgarità, commenti razzisti o discriminatori oppure se esalta armi o droghe. L'Arizona per esempio ha proibito "ACIDGUY", "KILLER", "LUVSEX" e "THUGS". In Florida, luogo di stranezze per antonomasia, qualcuno ha proposto "DR DEATH" (Dottor Morte, ndr) e "I FARTED" (in italiano "Ho scorreggiato")". Il verdetto del Dmv: illegali.
Tornando al Nevada, dove l'uomo al quale è stata contestata la targa contro gli emigrati californiani presenterà ricorso, nel database dello Stato sono disponibili anche le spiegazioni degli utenti che richiedono la personalizzazione della targa. E la maggior parte di esse è esilarante. "Amo le api e voglio sensibilizzare l'opinione pubblica su di loro", si legge in una richiesta per l'etichetta "BEEEEES" cassata non in quanto illecita bensì perché potrebbe confondere le forze dell'ordine. C'è poi chi tenta la fortuna con il numero 69: "Sono il nome di mia madre e il suo anno di nascita", scrive il richiedente di "ANA1969", forse ignaro dell'intransigenza delle autorità. "Sessuale: sembra un 69 anale", risponde il Dmv del Nevada.
Il design
Rispetto ai Paesi dell'Unione europea inoltre non esiste l'omologazione: ciascuno Stato ha il suo design e lo esibisce in tutta la sua fantasia. Bandiere, scritte, simboli, montagne, animali e tanti altri elementi dell'immaginario comune americano campeggiano sulle targhe di macchine, moto e camion che circolano all'interno dei loro confini.
Talvolta si risulta un po' ridondanti e scontati. Nella tradizionalista Alabama per esempio risalta una gigantesca bandiera a stelle e strisce con il motto God Bless America, mentre il Texas sfoggia la Lone Star State di quando era una repubblica indipendente. Il piccolo New Hampshire, noto alle cronache internazionali per essere uno dei primi a votare nelle primarie presidenziali, esibisce uno degli adagi patriottici più famosi del continente americano: Live Free or Die. Ma nonostante questo richiamo all'iconografia libertaria statunitense (il governatore della Florida Ron DeSantis ha approvato delle targhe speciali con il serpente e la bandiera di Gadsden accanto alla dicitura Don' Tread On Me, "non calpestarmi"), altrove l'enfasi è sull'esclusività del territorio.
In Alaska le targhe sono di colore giallo e riportano la frase The Last Frontier, un messaggio eloquente sulla collocazione geografica della regione. Il soprannome non manca quasi mai. Ogni Stato infatti ha un nomignolo che ne rappresenta il patrimonio naturale o la sua storia: così il New Mexico è The Land of Enchantment (la terra dell'incanto), il Wisconsin diventa America's Dairyland (la terra dei latticini d'America) e Washington Dc No Taxation Without Representation. Si tratta di slogan turistici, ma si ricorre anche a espedienti più immediati, come il bisonte in Wyoming, l'orso in Montana o le pesche in Georgia.
Insomma, la centralità della libertà individuale negli Stati Uniti
si riflette perfino nei piccoli dettagli come le targhe delle automobili. Un Paese irto di contraddizioni e dove l'immagine di sé stessi sovrasta l'interesse per la collettività, ma dove la scelta dell'individuo è sacra.
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