È ancora avvolta nel mistero la storia di Jenny, la gatta presente a bordo con il compito di sbarazzarsi dei roditori. La sua storia, molti dicono leggenda, anche se le numerose foto dell'epoca e gli articoli usciti negli anni ne confermano la veridicità, è quantomeno incredibile. Sembra infatti che la micia, diventata poi mamma proprio sul transatlantico, abbia predetto l'affondamento, avvenuto il 14 aprile del 1914, mettendo in salvo non solo la sua cucciolata, ma anche un fuochista irlandese Joseph Mulholland, che tutti chiamavano Jim, che avrebbe intuito prima di tutti, come questa gatta che passeggiava indisturbata dalla prima classe fino alla cambusa, sapesse qualcosa di più degli umani.
La storia di Jenny
La gatta che già "lavorava" come cacciatrice di topi sull'Olympic, la nave gemella del Titanic, venne trasferita sul transatlantico in partenza, con tutti gli onori che si concedono ad un prezioso aiutante. In questo caso sia lei che molti altri gatti venivano portati a bordo per tenere a bada i roditori che all'epoca infestavano le navi e si moltiplicavano durante il viaggio. Anche se non aveva le comodità degli altri animali imbarcati con i loro proprietari di prima classe, alcuni dei quali trovarono anche posto nelle scialuppe di salvataggio, Jenny aveva una comoda e calda cuccia e cibo a sufficienza che veniva fornito dai cuochi di bordo.
Prima che la nave salpasse per New York, la micia aveva dato alla luce una cucciolata di gattini e venne sistemata insieme a loro nella zona più calda della nave, dove strinse una profonda amicizia con il fuochista Jim Mulholland, innamorato di quella gatta che custidiva insieme ai piccoli. Tutta la famigliola però, non rimase per lungo tempo a bordo della nave. Quando il Titanic lasciò Belfast e attraccò a Southampton per prepararsi al suo primo viaggio, secondo quanto riferito, Mulholland la vide trasportare uno per uno i suoi gattini sulla terraferma e abbandonare la nave.
Il racconto dei sopravvissuti
Jim la osservò attentamente e si rese conto che: "quel gatto deveva sapere qualcosa che nessun altro sa". Lo prese come un cattivo presagio e anche lui abbandonò il transatlantico prima che salpasse per New York. La storia venne raccontata sia dall'hostess Violet Jessop, una delle sopravvissute al naufragio, ma anche dall'Irish Times, che anni dopo intervistò uno degli amici di Jim a cui lui aveva raccontato la storia. Non si sa ovviamente quanto ci sia di verità o leggenda, ma chi ha un gatto sa bene che la magia appartiene a questi meravigliosi felini.
Gli altri animali sul Titanic
Quando la nave salpò, a bordo c'erano almeno 12 cani, tre dei quali sopravvissero. Quelli che si salvarono, erano tutti di piccola taglia, due Pomerania e un Pechinese, che vennero facilmente nascosti nelle coperte o nei cappotti dei loro proprietari e introdotti clandestinamente sulle scialuppe di salvataggio. Molti degli altri animali non sono stati così fortunati, specialmente quelli più grandi. Ann Elizabeth Isham, che aveva portato il suo alano durante il viaggio, è stata una delle cinque donne passeggere di prima classe che morirono sul Titanic. Le altre vennero fatte imbarcare con la priorità assoluta del loro status sociale.
Si rifiutò di lasciare il suo amato cane, che era troppo grande per stare su una delle scialuppe di salvataggio o per essere nascosto sotto un cappotto. Rimase con lui e le fonti dicono che il suo corpo è stato trovato da una nave di recupero con le braccia ancora avvolte intorno a lui. A bordo c'erano anche galline e vari uccelli, oltre ad altri gatti.
Una donna, Ella Holmes White, stava importando pollame negli Stati Uniti dalla Francia, ed Elizabeth Ramel Nye viaggiava con il suo canarino giallo. che forse per il fatto di poter volare, è stato uno dei sopravvissuti. Ma questo non si saprà mai con certezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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