"Non sono Mughini", "Vai a cag...". Rissa tv tra Sgarbi e Cappellini

Lo scontro a Quarta Repubblica sul processo ad un soldato russo accusato di crimini di guerra. Sul "ring" anche Sansonetti

"Non sono Mughini", "Vai a cag...". Rissa tv tra Sgarbi e Cappellini
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Vittorio Sgarbi contro Stefano Cappellini. Cappellini contro Piero Sansonetti. A Quarta Repubblica ieri sera è andato in scena uno scontro di fuoco che ha visto protagonisti da una parte il giornalista di Repubblica e dell'altra il direttore del Riformista spalleggiato dal critico d'arte fresco dei suoi 70 anni.

Il tema del contendere era il processo che si è aperto in questi giorni in Ucraina ai danni di un giovane soldato russo, accusato di crimini di guerra per aver sparato a bruciapelo ad un civile che stava semplicemente al telefono. Lui ha "confessato", per quanto la confessione da prigioniero possa ritenersi libera, di aver ucciso quell'uomo. Ma precisando di averlo fatto per due motivi: primo, stava eseguendo un ordine di un superiore; secondo, quell'ordine nasceva dalla possibilità che l'uomo al telefono stesse "segnalando" la posizione delle truppe russe.

Il dibattito a Quarta Repubblica era incentrato sulla necessità o meno di processare un soldato nemico a guerra ancora in corso, in un tribunale ordinario e non internazionale dedicato allo scopo. Sansonetti, dopo aver sentito l'avvocato d'ufficio dire che "a carico del mio assistito ci sono prove solide", salta sulla sedia. "Ma tu l'hai mai sentito un legale che parla così? - attacca - Questo sarebbe un processo? Ma davvero credi che quello sia un processo regolare? Queste cose vanno fatte da un tribunale internazionale con tutte le garanzie che in questo momento non ci sono". Cappellini prova a ricordare che ci sarebbe una confessione ("dici cose strampalate"). Ma il direttore del Riformista insiste: "Tu c'eri lì? C'eri mentre facevano quel filmato? Rimettiti l'elmetto e fammi finire". Cappellini replica: "Sono libero di dire che hai detto una cosa strampalata?". Ribatte Sansonetti: "Sei libero di dire tutte le stronzate che vuoi".

A quel punto Nicola Porro cerca di riportare la calma. "In Italia - aggiunge Sansonetti - quando ci furono i processi ai fascisti, Carlo Arturo Jemolo disse che non erano illegali perché non c'erano le garanzie. Litigò anche con Calamandrei". Cappellini non è d'accordo, e non manca di farlo sapere. "Mi hai interrotto cinque volte. Capisco che devi difendere la linea di Repubblica, ma almeno una volta ragiona con la testa tua", attacca Sansonetti. "Stasera sei sopra le righe, ti devi calmare. Sei un esagitato", ribatte il giornalista.

Per sedare gli animi, il conduttore si rivolge a Sgarbi. Che però prende subito le difese del direttore del Riformista: "Ha tutte la ragioni del mondo. Vedere quel soldato bambino chiuso in quella gabbia di vetro e umiliato da il senso di una violenza nazista. Non si fa. Vorrei vedere se quella violenza dovesse subirla Cappellini, è intollerabile, è una violenza fascista. Le sue colpe le sta ammettendo per paura di morire. Processino Putin, non quel ragazzino. Devi capire questo, Cappellini!".

E quando il giornalista di Repubblica lancia una frecciatina ("Sgarbi e Sansonetti sono d'accordo anche sui decibel: strillano allo stesso modo"), il critico d'arte sbotta: "Ma vai a cagare". Replica finale: "Non sono come Mughini io. E poi sarei impossibilitato ad esercitare l'azione".

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