Uno sguardo alle metropoli del futuro: l'Asia tra passato e innovazione

Le metropoli dell’Asia contemporanea sono oggetti nuovi di zecca innestati su griglie antiche. Nel volume Metropoli d'Asia Andrea Berrini offre ai lettori un colorato affresco del continente più dinamico del mondo

Uno sguardo alle metropoli del futuro: l'Asia tra passato e innovazione

La rinnovata Pechino, sempre più moderna e proiettata verso il futuro. Le luci e le ombre di Kuala Lumpur, dinamico laboratorio multietnico ma anche teatro di contraddizioni sociali potenzialmente esplosive. La decadente Bombay, dove il passato coloniale britannico viene eroso, giorno dopo giorno, dall'incuria e dalle condizioni metereologiche avverse. E ancora: la claustrofobica Hong Kong, da poco tornata nell'orbita della Cina, e l'ultra tecnologica città-Stato di Singapore, dove l'ordine e la disciplina accompagnano l'elevatissimo status dei cittadini, a costo di non pochi diritti erosi. In Metropoli d'Asia (EDT editore), Andrea Berrini offre ai lettori un colorato affresco dell'Asia contemporanea attingendo a piene mani dalla sua pluridecennale esperienza nel continente.

Metropoli d'Asia

Le metropoli del futuro

Il risultato è un volume a metà strada tra un reportage e una sorta di diario autobiografico. Un volume ricco di spunti per capire che, al di là degli Urali, nel lontano Estremo Oriente, ci sono Paesi che si stanno sviluppando a ritmi infernali. E che, nel farlo, stanno adottando valori e modus operandi economico-politici ben diversi da quelli che siamo abituati a vedere in Occidente. Altra grande nota di merito: Berrini racconta la trasformazione in corso d'opera in Asia limitandosi a riportare l'essenziale, senza incorrere in polemici confronti tra modelli regionali e globali. Il confronto, laddove emerge, è razionale e assolutamente non divisivo.

Ci sono due aspetti che accomunano le metropoli raccontate, cinque (per la precisione: Pechino, Kuala Lumpur, Bombay, Hong Kong e Singapore). Il primo coincide con il futuro. "Nelle metropoli dell'Asia ritroviamo il futuro, che in Occidente evoca timore o perplessità, o scanisve nel sentire un'immutabile presente spigoloso, stantio, gonfio di minaccia", scrive Berrini lasciando intendere che da queste parti il futuro esiste quasi come se fosse un traguardo da raggiungere con speranza e fame di rivalsa, e non qualcosa di cui avere timore. Il secondo minimo comun denominatore delle metropoli asiatiche è il progresso, che in Asia "ritrova senso", generando una "spinta a fare, sperimentare, essere ed esserci, in una società dove i punti fermi trasfigurano e l'imperativo categorico è sapersi adeguare".

La trasformazione dell'Asia

Dal punto di vista sociale, incastonate nel cuore delle "turbocittà", troviamo gli asiatici, ovvero i grandi protagonisti, tanto attivi quanto passivi, della grande macchina economica dell'Asia. "Dove a noi è occorso più di un secolo, qui una manciata di anni sono bastati. Dove per noi si sono succedute le generazioni, qui persone nate in villaggi poverissimi sanno adattarsi dentro alle smart city prima della metà di una vita. Sono presi dentro a un timelapse, e il moto accelerato afferra sia l'oggetto del loro sguardo che lo sguardo stesso, costretto a un processo di adeguamento senza soluzione di continuità", sottolinea Berrini.

Ma dove si colloca il passato in uno scenario del genere? A differenza di quanto si possa pensare, non viene affatto cancellato. La città antica sembra aggiungersi alla nuova, in un perfetto gioco di griglie sovrapposte. Certo, in alcune metropoli il "futuro" sembra aver preso il sopravvento su tutto il resto. Ma, in generale, la frizione tra le due griglie, anziché essere un ostacolo diventa "spinta al divenire". E così gli scintillanti uffici delle multinazionali si stagliano su vicoli stretti e templi, entrambi retaggi di altri tempi.

Le persone, inoltre, aspirano a partecipare a questo grande gioco.

Chi ci riesce può ritrovarsi a far parte del ceto medio oppure, in casi particolari, nell'elitaria cerchia dei milionari. Non mancano tuttavia le "cadute agli inferi". Tanti sono infatti attratti dal sogno urbano. Non tutti riescono tuttavia a concretizzarlo evitando di affollare le fila dei dannati.

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