«Asia misteriosa» alla ricerca del Re del mondo

La scienza moderna è basata sulla causalità, come ricordava Jung nell'introduzione all'edizione inglese dell'I Ching. Però la fisica quantistica, aggiungeva il padre della psicologia analitica, ha messo in crisi questo assioma, spostando l'attenzione dalla causalità alla casualità, ovvero alla possibile - anzi: frequente - incursione delle forze irrazionali del caso nell'ordinata quotidianità razionale. La storia del pensiero moderno è affollata di contaminazioni fra magia e scienza, a partire dall'alchimista Newton che considerava l'Universo un crittogramma divino e scriveva a Leibniz che l'enigma del calcolo infinitesimale sarebbe stato svelato solo dall'iniziato capace di applicare le migliori tecniche di concentrazione mentale.
La commistione di pensiero «alto» e bassa superstizione caratterizza soprattutto la prima metà del secolo scorso, quando fiorirono scuole, gruppi e riviste di esoterismo, attingendo prima all'opera di occultisti come Eliphas Levi e Papus, e poi di personaggi più presentabili come Reghini, Evola e Guenon. Un importante tassello per la conoscenza del Novecento esoterico viene aggiunto da un testo per la prima volta tradotto in italiano, a ottant'anni dalla prima edizione: Asia misteriosa, di Zam Bhotiva, pseudonimo dell'occultista italiano Cesare Accomanni (Edizioni Arkeios, pagg. 236, euro 17,50 a cura di Gianfranco de Turris e Marco Zagni).

Il libro svela la storia della «Confraternita dei Polari» e dell'«Oracolo della Forza Astrale», rispettivamente una misteriosa organizzazione rosicruciana attiva in Francia ufficialmente fino alla proibizione delle società segrete sotto Vichy e un complicatissimo metodo divinatorio basato su calcoli matematici. I curatori ci accompagnano in un vorticoso viaggio, dai Catari ai nazisti esoterici, dai monasteri tibetani alle cattedrali parigine, alla ricerca del Re del Mondo, o, più modestamente, dei misteriosi Tre Saggi.

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