Nel 1897 Bram Stoker ha dato alle stampe quello che, ancora oggi, è considerato il suo capolavoro: Dracula. Romanzo gotico per eccellenza, Dracula ebbe il merito di "rivoluzionare" il genere legato alla figura del vampiro. La creatura della notte, sotto la penna dello scrittore irlandese, smetteva di essere un semplice mostro che rapiva e uccideva, mostrando apertamente le brutture del proprio carattere di non-morto. Con Dracula, invece, il vampiro diventava un uomo pieno di fascino: un uomo comunque crudele e assetato di sangue, ma che si avvicinava alle sue vittime sfoggiando uno charme del tutto inedito. Uno charme che poi venne ereditato da Anne Rice e le sue Cronache dei vampiri, per creare una galleria di vampiri decadenti e affascinanti, che mentre irretiscono le proprie vittime, finiscono con il provare forti sentimenti per quegli esseri umani che sono chiamati a uccidere per poter sopravvivere. Ed è tra questi due poli che sembra potersi rintracciare l'immaginario a cui fa affidamento Chiara Valerio per il suo nuovo romanzo, Così per sempre, edito da Einaudi.
Dracula e Mina hanno lasciato i fitti boschi della Transilvania e hanno viaggiato per l'Occidente, alla ricerca di un nuovo mondo, ma le loro strade si sono divise. Il conte che tanto deve all'imaginario legato alla figura di Vlad Tepes ora si chiama Giacomo Koch e lavora come anatomopatologo all'ospedale Fatebenefratelli di Roma. È ossessionato dall'umanità e cerca di comprendere quelle caratteristiche la rendono unica, perdendosi in ciò che è sogno e ciò che è ricordo. Con lui vive il gatto Zibetto che può arrampicarsi in verticale, libero dalla spinta della gravità, e come il suo padrone si nutre della vita che scorre. Mina si chiama oggi Mina Monroy e dopo aver perso l'amore con cui aveva vissuto per gli ultimi sessant'anni decide di vendicarsi del suo ex amante, privandolo proprio dell'oggetto dell'amore del conte. Così mentre il sole brilla nei cieli romani, a Venezia - città dove tutto scorre e niente resta mai davvero fermo - Mina apre un salone di bellezza dove chiunque vi entri ne esce uguale a se stesso. Per sempre.
Un romanzo post-moderno
Così per sempre è un romanzo che non è per tutti i palati: nel suo essere una rilettura moderna del Dracula di Bram Stoker, il libro di Chiara Valerio si apre a una struttura che presenta la sua natura post-moderna, dove passato e presente si confondono, in un gioco di citazioni e rimandi che fanno sentire il lettore smarrito, privo di qualsivoglia punto di riferimento. A questa de-costruzione narrativa coopera anche la scelta di privare i dialoghi dei segni distintivi delle virgolette, facendo sì che narrazione e dialoghi finiscano sullo stesso livello, in una sorta di discorso indiretto libero che rimanda anche il desiderio di libertà della protagonista.
Se da un punto di vista letterario l'esperimento dell'autrice è interessante e ben realizzato, dal punto di vista della fruizione Così per sempre rischia di apparire soprattutto come un bell'esercizio di stile che tuttavia appare pesante: il lettore viene travolto da una serie pressoché infinita di nomi e situazioni, di ricordi e riflessioni, di analisi puntuali su eventi che dovrebbero essere raccontati e che invece vengono vivisezionati come se fossero sotto la lente d'ingrandimento di uno scienziato. Le oltre quattrocento pagine che compongono il romanzo diventano allora non tanto un piacere quanto un dovere, un lavoro di cesello e scavi emotivi. La scrittura della scrittrice sembra votata alla ricerca della musicalità, in una contrapposizione basata sull'istinto più che sul vero desiderio di raccontare qualcosa. È una scrittura fiume, elegantissima, a tratti poetica, che tuttavia rischia di far affogare uno spettatore meno esperto. Lo stile è un altro elemento che svela la natura post-moderna dell'opera.
Molto riuscito è il contesto dell'opera, nella contrapposizione tra Roma e Venezia, città che diventano personaggi aggiunti e che, in qualche modo, rappresentano lo specchio dei protagonisti messi in campo. Una similitudine che si lascia presagire già dalla quarta di copertina, dove si legge: "Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale.
" Roma e Venezia, così come Giacomo e Mina, sono due facce di una medaglia ugualmente maledetta e mentre tra le pagine affiorano anche i profili della campagna inglese e di un'Europa decadente, queste due città mostrano il senso di "trappola" che i protagonisti affrontano a causa non solo della loro natura di vampiri, ma anche per quelle debolezze che trascendono la loro natura mitologica e li trasportano sul piano degli umani, dove amore, vendetta e paura sono i sentimenti in grado di mettere in moto il mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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