Marcello Foa, giornalista ed ex direttore Rai, è in libreria dal 7 ottobre con il suo nuovo saggio “Il sistema (in)visibile. Perché non siamo più padroni del nostro destino”. La presentazione avverrà a Milano martedì 11 ottobre presso la libreria Rizzoli in galleria Vittorio Emanuele II, dove l'autore discuterà con Maurizio Belpietro, direttore de La Verità e con Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it.
Il nuovo saggio di Marcello Foa segue il filone intrapreso dal giornalista con il libro "Gli stregoni della notizia" e affronta e sviscera il tema delle logiche e dei condizionamenti che scolpiscono la nostra società. Marcello Foa è una voce autorevole nel panorama giornalistico e grazie alla sua lunga esperienza, nell'ultimo volume pubblicato è in grado di spiegare con chiarezza e con precisione il modo in cui è possibile modellare le masse, cambiare i valori, orientare la politica, l’economia, i media avvalendosi della comunicazione e delle tecniche di influenza psicologica.
Alcune di queste, come ben spiega Marcello Foa nel libro, sono state elaborate addirittura dalla Cia e dal Kgb. In un'intervista rilasciata a ilGiornale.it, Marcello Foa ha sottolineato che "nessuno spiega davvero le regole del gioco" in una società "determinata da condizionamenti impliciti istituzionali, economici, sociali, psicologici, mediatici e ultimamente anche digitali". Ed è proprio dalla difficoltà di capire questo quadro che nasce il titolo "Il sistema (in)visibile", proprio perché "collegando i condizionamenti espliciti a quelli impliciti il puzzle si compone e la nostra caotica realtà diventa comprensibile".
La chiarezza con la quale il giornalista espone il suo pensiero rende il volume piacevole e appassionante.
È un saggio breve che aiuta a capire e a districarsi tra le matasse ingarbugliate della società moderna, mettendo un focus importante anche sulle implicazioni sulla qualità della democrazia e sulle libertà del cittadino, il cui stato di salute in questo momento, come spiegato nell'intervista, "non è positivo", perché "in tutti i Paesi occidentali c'è uno scollamento tra la volontà popolare espressa col voto e la reale capacità di riforma dei governi".In Italia non va diversamente...
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