Altra "vittima" del politically correct: Giuseppe Verdi transex

La Lega: "Non è sopportabile vedere Giuseppe Verdi rappresentato in un tale modo, un'immagine fortemente offensiva per il Maestro, priva di rispetto e decoro". Bufera sul Giuseppe Verdi transex

Altra "vittima" del politically correct: Giuseppe Verdi transex

Ci sono provocazioni e provocazioni: quelle intelligenti, capaci di far riflettere e spesso di sfidare il pensiero dominante. Poi ci sono quelle - ed è il ciò di cui vi parliamo - che appaiono autoreferenziali, di cattivo gusto, che sfociano nel grottesco. E se non si tratta di una provocazione, allora è un maldestro tentativo di strizzare l'occhio al pensiero unico politicamente corretto "sfruttando" l'immagine di un'artista senza tempo e per definizione distante anni luce dalle mode del momento. È il caso, sollevato dai senatori parmigiani della Lega, dell'immagine di Giuseppe Verdi che appare vestito con indumenti femminili - con tanto di camicetta rosa shocking, gonna verde e seno finto - pubblicata sul sito web del Teatro Regio di Parma per presentare la Queer Night in programma lunedì 20 settembre. "Una serata a teatro nel segno della libera espressione di sè, lasciando fuori pregiudizi, stereotipi e convenzioni" si legge sul sito web. "Partendo dal progetto di Graham Vick, portato in scena da Jacopo Spirei, che affronta il tema dell’identità di genere e del travestimento, il pubblico degli Under30 che prende parte alla prova dell’opera "Un ballo in maschera" è invitato a vestirsi nel modo che più lo rappresenta o che rappresenta quella parte di sé che generalmente resta nascosta".

La Lega insorge: "Immagine offensiva e indecorosa"

L'iniziativa non è passata inosservata, tant'è che è stata oggetto di un'interpellanza da parte dei senatori della Lega Maria Gabriella Saponara e Maurizio Campari, come riporta La Repubblica. "A Parma un manifesto di Giuseppe Verdi transgender, raffigurato con seno e indumenti femminili, ce lo saremmo risparmiato, ma oggi ogni cosa viene piegata al nuovo conformismo ideologico Lgbt che si vuole imporre a tutto il Paese. Anche la cultura e la tradizione vengono strumentalizzate per farne propaganda" affermano. In tutta risposta, Anna Maria Meo, direttore generale del Teatro Regio di Parma e direttore artistico del Festival Verdi, ha sottolineato "la Queer night vuole rendere omaggio alla modernità di Verdi", che è sempre stato "uomo e artista precursore dei tempi, anticonformista per eccellenza", come dimostrano "le sue scelte di vita e le pesanti censure subite sul piano artistico e sul piano personale".

Strizzare l'occhio al pensiero unico non è anticonformismo

Anna Maria Meo ha ragione: Giuseppe Verdi era un'anticonformista. E proprio per tale ragione, se questa parola ha ancora un significato, non avrebbe sposato la crociata politically correct che sta investendo il mondo della cultura, dell'arte, dell'intrattenimento, della musica. La moda del nostro tempo e la nuova ossessione del mondo progressista, che di certo non può dirsi minoritario in certi ambienti culturali.

Cosa ci sarebbe di anticonformista nel strizzare l'occhio al pensiero dominante, dunque? Assolutamente nulla. È il suo opposto: e il Giuseppe Verdi transex, più che indecoroso, è semplicemente modaiolo. L'apotesi del conformismo.

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