Pablo Neruda non morì di cancro: potrebbe essere stato avvelenato

Una commissione di esperti internazionali ha affermato di aver trovato "una tossina mai scoperta prima nelle analisi dei resti" del poeta cileno

Pablo Neruda non morì di cancro: potrebbe essere stato avvelenato

Si riapre il giallo sulla morte di Pablo Neruda. Secondo quanto recita il certificato ufficiale di morte, il poeta cileno è deceduto il 23 settembre 1973, 12 giorni dopo il golpe di Augusto Pinochet a cui era ostile, per un cancro alla prostata. Ma la famiglia non ci ha mai creduto.

Una commissione di esperti internazionali riuniti a Santiago del Cile ha affermato di aver trovato"una tossina mai scoperta prima nelle analisi dei resti, per cui ha bisogno di ulteriori verifiche per giungere ad una conclusione definitiva che ad oggi non abbiamo. Ma il cancro è da escludersi. Questo è chiaro". Lo ha sostenuto il giudice Mario Carroza, che da anni indaga sulle cause della morte del Nobel per la Letteratura.

Neruda secondo i familiari sarebbe stato avvelenato dalla Dina, la polizia segreta di Pinochet. Carroza ha aggiunto che "non siamo giunti alla conclusione che ci possa essere stato un intervento di una terza parte ma c'è la possibilità che questa azione ci sia stata. Potremmo anche accertare alla fine che sia stata una morte naturale se la (natura e l’orgine della) tossina non sarà confermata" dalle nuove analisi.

Gli esperti hanno spiegato che "batteri trovati in un molare" di Neruda sono collegati a una tossina "che ha una sua storia di ceppo" virale. Secondo il patologo Aurelio Luna, "se tutto procederà come previsto entro un anno avremo una risposta certa sullo studio genomico del batterio.

Se si accerterà che non è naturale ed è stato coltivato in laboratorio, allora saremo di fronte alla prova che c'è stato un 'intervento esterno', ossia che qualcuno abbia inoculato il batterio per uccidere" il poeta cileno.

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