Sei il mio dolce, il mio vermouth e il mio cuscino

Lo scrittore mandò più di 167 lettere alla compagna di una vita

Sei il mio dolce, il mio vermouth e il mio cuscino

Cara Rina tesoro bello, piove le stagioni cambiano corrono in un colpo di vento, via dame, e io non sono al Nord a vederle. Qui è diverso e poi ti racconterò, maqui non ci sei tu così bianca e lunga e liscia e tutto è diverso e contrario e spigoloso, naturalmente. Io ti vengo incontro ogni notte e ti sono più stretto e vicino di un tuo capello, più dell’aria che ti tocca e ti ama.Tu aspettami e voglimi bene e qualunque cosa faccia io, sei tu Rina e Rina per me, per sempre. Rina per sempre. Rina con ogni cosa mia da toccare ogni giorno. Ciao, non lasciarmi. Stasera homangiato melanzane grossolane ripiene di carne e mollica di pane vecchio, vino cattivo e uva marcia. Ma tu sei il mio dolce, un vermouth prima del pranzo e il cuscino di piume dove dormo, muoio, riposo, mi sveglio. Lasciati toccare, adesso, subito, ancora, ancora una volta, ancora una volta, ancora. Ancora.

E domani anche e stanotte e ogni notte buia o chiara, con lampada o con nebbia o con stelle o con niente altro che te, mentre respiri e ti muovi. Ciao, io verrò date, io sono con te,ma devo venire a stringerti come si stringe il pane di ogni giorno. Non ti dico che fame ho di questo. Ho una vecchia lettera da spedirti, sarà per domani.

18 settembre 1951

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica