La «Banda Bassotti» sarebbe composta da Gianluca Neri (Macchianera), Selvaggia Lucarelli (Clarabella?) e Guaia Soncini (Paperoga?). La pm che li ha spediti a giudizio ha anch'essa un nome da cartoon (Colacicco), ma non ha alcuna intenzione di trasformare la sua inchiesta in un fumetto. I tre blogger - più o meno rosa - verranno processati a Milano a partire dal 13 giugno, come presunti geni del male di un'ancor più presunta web-vallettopoli le cui «vittime» vanno (in un range di popolarità da 100 a zero) da George Clooney fino a Federica Fontana. In posizione mediana figurano anche Mara Venier (che non ha querelato la «Banda Bassotti») ed Elisabetta Canalis (che la «Banda Bassotti» l'ha querelata, eccome). Di buon mattino il Giornale.it chiede alla Lucarelli di chiarirci «selvaggiamente» la sua posizione. Lei ci risponde con un sms: «No, non replico. Per la cronaca io non ho mai lavorato col gossip...». Che è un po' come se Rocco Siffredi dichiarasse: «Per la cronaca io non ho mai lavorato col porno...». Qualche ora dopo la giornalista «non gossippara» (che però Dagospia pompa sempre come una ruota di bicicletta) ci ripensa, inviandoci una serie di messaggini dalla prosa sincopata.
Messaggino numero uno: «Nel vostro pezzo di oggi c'è un errore grosso. La persona che è uscita misteriosamente dall'indagine non è Signorini (il direttore di "Chi" ndr), mai indagato. È Giuseppe C. (nel suo sms la Lucarelli scrive anche il cognome, che però noi non riportiamo, non avendo potuto contattare la persona interessata ndr) titolare dell'agenzia Romapres il quale ha tentato di vendere le foto a 120 mila euro a "Chi". È negli atti. Lo ha ammesso il vice di Signorini, Borgnis, con cui ha trattato. Giuseppe C. è stato indagato due anni, poi estromesso dalle indagini. Non si capisce perché io sia accusata di aver provato a vendere foto se nessuno lo ha detto e non ci siano passaggi, in 600 pagine di ordinanza, che alludano a richieste di denaro o proposte di vendita. Lo scopo di lucro è l'accusa più inspiegabile di tutte».
Messaggino numero due: «A proposito dell'sms sulla Venier. Ero appena stata licenziata da "Chi", su cui curavo una rubrica satirica, perchè alcuni vip, e in modo particolare la Venier, si erano lamentati con Signorini per le mie battute. Volevo fare fare un pezzo sulla vicenda. Mando un sms a Neri (il blogger indagato Gianluca Neri ndr) e ad altri che mi giravano notizie ogni tanto chiedendo se aveva notizie su di lei visto che diceva di accedere a questo sito americano di condivisione di notizie e documenti da tutto il mondo. Lui mi dice "vedo", chiedendomi se sapessi la squadra del cuore di Mara (fondamentale per piratare le informazioni sulla sua posta elettronica ndr). Io rispondo di non conoscere nulla del genere. Dopo un po' Neri riesce ad accedere alle informazioni dicendomi "Habemus Mara". Allora io scherzo("Voglio gli scheletri nell'armadio in fila"). Quando parte l'indagine, Mara legge lo scambio di battute, capisce che non c'è nulla di serio e neanche mi querela».
Messaggino numero tre: «Ti invito poi a fare una riflessione. Secondo te, che fosse a scopo di lucro o per fame di notizie, io mi mettevo a fare l'hacker rischiando la galera entrando nella posta di Federica Fontana o Mara Venier? Cioè, non di politici, imprenditori, giornalisti, star come Belen. Passi la Canalis, ma chi se le fila foto o notizie di Venier o Fontana? E infine: se la mia attività fosse stata vendere notizie o foto, pensi che i direttori dei giornali non lo saprebbero? Che non esisterebbero fatture di case editrici? Non esiste nulla.
Prova a fare un giro di telefonate a tutti i direttori e chiedi se abbiano mai avuto a che fare con me per vendita di foto o notizie. È una bufala gigantesca. Naturalmente parlo della mia posizione. Gli altri due avevano altri rapporti e corrispondenza che non mi riguardano».Non c'è che dire. Proprio un bell'ambientino...
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.