La lotta al diabete, compie un nuovo e significativo passo in avanti. Soprattutto nei confronti dei pazienti diabetici di tipo 2, con insufficienza renale. Una delle complicanze più frequenti nel paziente diabetico e in assoluto la più preoccupante. Colpisce circa un terzo dei malati e addirittura la nefropatia diabetica, in Italia è la seconda causa di dialisi. Quando il paziente diabetico ha già un danno renale importante, spesso si trova nella condizione di non poter utilizzare alcune opzioni terapeutiche. In merito arriva un avanzamento. Si tratta di sitagliptin (capostipite della classe degli inibitori Dpp-4), ora disponibile, ad adeguato dosaggio, anche per i pazienti con danno renale moderato e severo e con malattia renale allo stadio terminale (end-stage renal disease- Esrd). Il farmaco, indicato e rimborsato sia in associazione come terapia aggiuntiva allinsulina che in monoterapia quando la metformina non è appropriata o tollerata, agisce sullasse delle incretine con il maggior numero di indicazioni approvate in Italia per i pazienti con diabete di tipo 2. Può vantare unampia letteratura di supporto che si traduce in un comprovato profilo di sicurezza e tollerabilità. «Molti studi hanno dimostrato come esista una diretta correlazione tra controllo glicemico e riduzione delle complicanze croniche del diabete, soprattutto se questo miglior controllo glicemico avviene sin dalle prime fasi della malattia», spiega Agostino Consoli, professore ordinario di endocrinologia alluniversità di Chieti e Pescara.
Il diabete è la principale causa di insufficienza renale terminale, laspettativa di vita di un paziente con nefropatia diabetica è già compromessa prima che si instauri l insufficienza renale. «Un obiettivo importante nel paziente diabetico è quello di prevenire la nefropatia combattendo lobesità e con il controllo glicemico», precisa Consoli .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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