Dai cartoni animati all’iPad noi siamo (ancora) fatti così

Dai cartoni animati all’iPad noi siamo (ancora) fatti così

La prima volta in Italia lo vide un funzionario della Rai: «No, questa cosa non funziona, non la vedrebbe nessuno», sentenziò lungimirante. Così «Siamo fatti così» continuoò ade avere successo in molti Paesi europei, fino a quando Silvio Berlusconi non lo vide per caso durante un convegno nel Nord Europa: «Compriamo subito i diritti». Era la fine degli Anni ’80, Albert Barillé stava già costruendo il suo impero e «Siami fatti così» arrivò su Italia Uno diventanto uno dei cartoni più seguiti. E adesso, arrivato alla ventiduesima edizione, «Esplorando il corpo umano» torna in edicola e diventa più tecnologico.
Da ieri infatti è uscito il primo di settantadue volumi per un totale di duemila pagine e tremila illustrazioni, uno sviluppo che si mantiene fedele a se stesso nella sostanza, ma è molto più ricco. perché ai consueti testi, immagini, notizie, approfondimenti, tavolette anatomiche, modellini, gadget e dvd allegati, questa volta in contemporanea sbarca la versione digitale: un'App in 3D per iPhone, iPad e iPod touch. Che, scaricabile gratis, segna la svolta interattiva del grande successo televisivo.
Nato grazie all’intuizione e alla curiosità, e per spiegare ai più piccoli i segreti del corpo umano in modo semplice, divertente e curioso, ma rigorosamente scientifico. Con una storia a puntate di circa mezz'ora l'una, Barillé trovò la via per raccontare il funzionamento dell'organismo, per descrivere cellule, muscoli, ossa, apparati, malattie e cure, il tutto tramite da personaggi letteralmente da favola che hanno conquistato generazioni di bambini. Vi dedicò dieci anni di lavoro, cento ore di impegno alla settimana e un'infinita cura per elaborare testi e immagini. Ma alla fine il risultato superò le aspettative e in Italia convinse poi anche la De Agostini che ebbe l'intuito di vedere in quel cartoon per piccoli un progetto editoriale e didattico dal grande potenziale. Risultato: ventidue edizioni (ora), sedici esportazioni, quattordici traduzioni e cento milioni circa di copie vendute.
L’eredità di Albert Barillé, scomparso nel 2009, è stata raccolta dalla moglie Hélène, che in occasione della presentazione ufficiale del nuovo progetto ha raccontato cone tutto ebbe inizio: «Albert dovette smettere di studiare a soli quattordici anni. Da lì nacque in lui il forte desiderio di usare la televisione per offrire gratuitamente ai bambini la possibilità di imparare qualcosa di utile, divertendosi». Per realizzare quel suo desiderio e, soprattutto, per mettere a disposizione uno strumento di gioco e di studio, l'autore non si risparmiò. «Seguiva la lavorazione di ogni episodio dall'inizio alla fine, dall'idea originaria alla fase di post-produzione, dai disegni, alle ambientazioni, ai testi per arrivare ai suoni. Lavorava come un artigiano e un artista insieme, con una passione e una cura quasi maniacali, basti dire che per la puntata sul cervello studiò una cinquantina di volumi». Qualità, approfondimento, conditi di colori e fantasia, erano gli ingredienti di Siamo fatti così (titolo originale Il était une fois... la Vie). E questi restano gli ingredienti dei volumi in arrivo, dell'App già disponibile su iTunes di Apple e della mostra «Esplorando il Corpo Umano-dai primi disegni alle App», allestita al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano (via San Vittore 21) fino al 19 febbraio prossimo.

Un’esposizione che ripercorre la storia e l'evoluzione del progetto, dai primi schizzi e storyboard dei cartoni animati all'ultima novità delle App che ha avuto André, figlio quattordicenne di Albert Barillé partita apposta da Parigi, come spettatore d’eccezione. Perché loro, i Barillè, sono fatti così.

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