Dai congressi alle assicurazioni così i sindaci provano a rifare l’Iri

Roma controlla il 100% di Atac che nel 2003 e nel 2004 ha perso circa 230 milioni

da Roma

Un’inutile e dispendiosa proliferazione di partecipazioni nel portafoglio dei principali Comuni italiani. È quella denunciata dal rapporto della Adam Smith Society, dell’associazione Nexus e dell’Istituto Bruno Leoni. Al di là del controllo di società attive nel settore energia, acqua, ambiente e trasporti (che pure dovrebbero essere oggetto di privatizzazioni), gli enti locali riescono nel loro piccolo a rinverdire i fasti della vecchia Iri.
Roma. La Capitale rappresenta l’archetipo della pervasività del pubblico in economia. L’Ama, la società comunale per i servizi ambientali, controlla al 100 per cento Ama International, una subholding che opera in Egitto, Senegal e Honduras. Inoltre c’è il caso unico in Italia delle Assicurazioni di Roma, società assicurativa a tutto campo (danni e vita) partecipata al 76 per cento dal Comune e per quote minoritarie da altre municipalizzate (Acea, Ama, Atac). Risorse per Roma spa, controllata al 97 per cento dal Comune è un altro piccolo monstre: nata per facilitare la dismissione del patrimonio immobiliare comunale ha via via acquisito partecipazioni in Alta Roma (società per promuovere lo sviluppo di Roma come capitale del fashion), nell’Agenzia del Turismo spa. A Risorse per Roma fa capo anche una piccolissima quota della Banca di Credito Cooperativo di Roma. Che dire poi del 75 per cento di Zetema srl? La quota è stata comprata da Acea (una partita di giro) per 736mila euro. La società, che ha per oggetto iniziative culturali, è stata poi ricapitalizzata per 1,5 milioni. Resta poi il 6,72 per cento della Centrale del Latte che attualmente fa parte del Gruppo Parmalat.
Torino. Il capoluogo piemontese controlla il 10,65 per cento di Sitaf, la società che gestisce il Traforo del Frejus e la A32 e dunque ne partecipa agli utili. Controlla anche il 100 per cento di Aft spa, la società che controlla le farmacie comunali. Anche Torino ha interessi caseari e controlla il 20 per cento della Finanziaria Centrale del Latte che a sua volta detiene il 51 per cento della quotata Centrale del Latte di Torino spa. E fra partecipazioni dirette e indirette ha molta voce in capitolo nella gestione di Multi Media Park (veicolo che ha recuperato i vecchi studios Fert) e in Environment Park, il parco tecnologico di Torino. Al Comune è poi restato il 38 per cento di Sagat, la società che gestisce l’aeroporto di Caselle. Poi c’è la Fct srl, la holding finanziaria del Comune che a sua volta detiene l’1,35 per cento della Finpiemonte, la cassaforte della Regione.
Bologna. Il Comune, direttamente e indirettamente, controlla il il 65 per cento di Bologna Congressi, una società che dispone di 5 sedi per ospitare meeting e che ha perso 200mila euro nel 2004, l’80 per cento di Bologna Turismo srl, che progetta servizi di accoglienza per enti pubblici e privati. Possiede inoltre il 10 per cento della Scuola Regionale di Polizia locale e il 33 per cento di Finanziaria Bologna Metropolitana che si occupa dello sviluppo infrastrutturale dei comuni limitrofi e che ha chiuso il 2004 con un utile di 855mila.
Genova. Le partecipazioni del Comune di Genova sono pletoriche e vanno dall’energia alle autostrade fino al 13 per cento della Società per la Zona franca di Genova.
Milano.

Al capoluogo lombardo fanno capo l’84,56 per cento della Sea che gestisce Linate e Malpensa, il 100 per cento di Milano Sport che gestisce 34 impianti sportivi e l’80 per cento di Zincar che si occupa di progetti ecosostenibili.

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