Dai tagli alla casta un effetto travolgente e una spinta per colpire tutti i privilegi

Lanciando via Internet il suo piano contro gli sprechi della politica, Tremonti ha colpito nel segno: ora gli onorevoli non possono insabbiare tutto. Così si possono colpire i privilegi nascosti negli altri settori dello Stato. Il governo lancia un'azione "chirurgica" e abbandona i tagli orizzontali indiscriminati

Dai tagli alla casta un effetto travolgente					
 
e una spinta per colpire tutti i privilegi

Giusta la scelta di anticipa­re la parte della manovra che riguarda i costi della politica. Non per ragioni banali (ci so­no anche quelle e non c’è nien­te di male) ma per almeno tre ordini di motivi che vale la pe­na di approfondire. Prima di tutto contano i tempi. C’è un po’ di tattica,certo,ma è impor­t­ante che sia il quartier generale il primo ad essere attaccato; al­trimenti la sensazione, e la real­tà dei fatti, porterebbero ancora una volta a pensare che i sacrifi­ci sono sempre imposti dall’alto e mai pra­ticati da chi ha il potere di decidere. Si parte dai costi delle istituzioni e dei loro inquilini, con la mossa mediaticamen­te intelligente di diffondere i sette arti­coli rilevanti su internet staccandoli dal resto della manovra.

E si parte investen­do di un compito chiaro i politici, i deci­sori pubblici, mettendoli di fronte a una responsabilità trasparente. Quei sette articoli della manovra eco­nomica li hanno let­ti o ne hanno senti­to parlare pressoché tutti gli italiani che hanno anche un vaghissimo interesse per la cosa pubblica. È stata la classica mossa che ha raggiunto anche le con­versazioni da bar. E siamo già al punto di non ritorno, dal quale il mondo politi­co non può ritrarsi semplicemente in­sabbiando o confidando nella disatten­zione estiva. In quei sette articoli, però, c’è anche di più.

C’è una scelta tecnica nella chi­rurg­ia delle riduzioni di spesa che si po­trebbe applicare anche a temi di impat­to meno popolare rispetto alla riduzio­ne dei privilegi dei politici e dei titolari di importantissime cariche pubbliche. Perché Tremonti e il suo staff questa vol­ta, volendo e dovendo fare le cose per bene, si sono particolarmente applicati e hanno dimostrato che la strategia del controllo puntuale e dettagliato delle spese può dare risultati eccezionalmen­te utili. Per essere più chiari: non si è usa­ta solamente la solita tecnica dei tagli cosiddetti lineari. Cioè il criterio per cui si fissa che una determinata parte del bilancio, ad esempio quella di un inte­ro ministero, va ridotta di una percen­tuale fissa. E che però è un criterio tanto bello da scrivere, con il suo apparente rigore matematico, ma purtroppo al­trettanto difficile da realizzare. Questa volta ci si è inoltrati fino ai par­ticolari. Fino alla cilindrata delle auto blu, fino al regime di uso degli aerei di Stato, fino a una serie di prescrizioni specifiche sull’entità e sulla durata de­gli appannaggi per chi viene eletto da qualche parte.

Certo, accanto a tutto ciò c’è anche la riduzione lineare dei bi­­lanci di alcune istituzioni, ma suona co­me un atto dovuto, mentre la vera novi­tà sono gli articoli che vanno in profon­dità ed esaminano le voci di spesa nel particolare. Un lavoro che potrebbe rendere mol­to se replicato ad altri ambiti, ad altri maxi capitoli di spesa. Andare a vedere voce per voce anche un singolo pezzo del bilancio e provare a tirare qualche tratto di penna per cancellare alcune spese sarebbe un esercizio di enorme utilità anche se applicato solo a parti, a piccolissimi settori, della smisurata pre­senza del settore pubblico italiano. Non c’è bisogno di rivedere tutto,basta un pezzetto, e l’effetto diventa travol­gente. I costi della politica (contro i qua­li l’indignazione è diffusa con percen­tuali vicine al 100%) sono stati analizza­ti a fondo e colpiti con armi di precisio­ne. Si può fare lo stesso in altre situazio­ni. E trarne enormi vantaggi operativi e anche politici e mediatici.

Perché lo scontro,con l’opposizione o con i grup­pi che si organizzano per mantenere tutto sempre immutato (il «taglia l’al­tro » ormai proverbiale di cui si lamenta Tremonti), si può vincere quando l’og­getto della riduzione di spesa è presen­tato con chiarezza.

Fare una lista degli obiettivi e sempli­ce­mente portare a conoscenza dell’opi­nione pubblica l’essenza di privilegio che c’è in tante spese dello Stato è l’uni­ca­strategia per andare avanti senza in­toppi eccessivi sulla strada della ridu­zione del deficit. Da dove cominciare? Proviamo con incentivi alle imprese, re­gimi fiscali speciali e finanziamenti per varie iniziative presentate come eventi culturali, e ci sarà da divertirsi.

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