Dalle eroine dei ghetti al pugile morto nel lager: il dramma della Shoah riscoperto leggendo

Sono molti i nuovi titoli che aiutano a capire l'enormità della violenza. Eccone alcuni

Dalle eroine dei ghetti al pugile morto nel lager: il dramma della Shoah riscoperto leggendo

Come ogni anno sono molti i libri usciti poco prima del Giorno della memoria e che possono essere utili per dare spessore e umanità nel perpetrare il ricordo di quella che è stata una delle più aberranti violenze della storia umana: la Shoah.

Tra i nuovi titoli vale la pena citare Figlie della resistenza. La storia dimenticata delle combattenti nei ghetti nazisti (Mondadori, pagg. 562, euro 25) a firma di Judy Batalion. Il libro racconta i moltissimi episodi, spesso inspiegabilmente trascurati dalla storiografia, che videro le ebree polacche resistere attivamente, e anche con una incredibile inventiva, alla furia dei nazisti. Percorrendo il testo si scoprono gli atti temerari e di forza disperata compiuti da donne come Bela Azan, la quale sfruttava il suo aspetto quasi ariano per infiltrarsi nella Gestapo. O Sarah Kukielka, tra le eroine del Ghetto di Varsavia.

Un interessante e doloroso incrocio tra la storia dello sport e quella dei campi di concentramento lo si può trovare nel saggio di Antonello Capurso La piuma del Ghetto. Leone Èfrati, dalla gloria al campo di sterminio (Gallucci, pagg. 334, euro 16,50). Il romano Leone Èfrati (classe 1915) era una promessa del pugilato italiano. Veloce e di grande temperamento, il 28 dicembre 1938 sfiorò il titolo mondiale dei pesi piuma sfidando, negli Usa, Leo Rodak. Poi le ignominiose leggi razziali lo cancellarono dagli annuari sportivi fascisti e dai giornali. Rimosso perché ebreo. Avrebbe potuto scegliere gli Stati Uniti ma tornò a Roma per restare vicino alla moglie e alla figlia. Venne tradito consegnato ai nazisti che lo deportarono prima ad Auschwitz e poi a Ebensee/Mauthausen. Lo uccisero massacrandolo di botte dopo che intervenne per difendere suo fratello preso di mira dai kapò. Capurso alla sua straziante storia aveva precedentemente dedicato anche uno spettacolo teatrale.

Sempre alla persecuzione degli ebrei romani è dedicato il nuovo romanzo della giornalista Ritanna Armeni Il secondo piano (Ponte alle Grazie, pagg. 278, euro 16,90). Narra la vicenda di un gruppo di coraggiose suore che nel 1944 rischiano la vita per salvare alcune famiglie sfuggite al rastrellamento nel ghetto. In un convento di periferia la madre superiora e le sue sorelle gestiscono l'assurda situazione di avere un'infermeria tedesca al pian terreno e degli ebrei in fuga al secondo piano che dà il titolo al romanzo.

Di notevole interessa anche il volume KZ2 di Davide Romanin Jacur (Ronzani Editore, pagg. 312, euro 20). Come il precedente KZ lager (sempre Ronzani Editore) ricostruisce nel dettaglio l'evoluzione del delirio concentrazionario nazista. Davide Romanin Jacur, membro attivissimo della Comunità ebraica di Padova, ha accompagnato decine e decine di viaggi didattici nei lager e in questi libri mette tutta la sua esperienza nello spiegare una violenza che la mente umana fatica ad accettare.

Il dramma dei campi rivive anche in Auschwitz non finisce mai (Rizzoli, pagg. 272, euro 19) di Gabriele Nissim. In questo libro Nissim fondatore e presidente della fondazione Gariwo, nata per riconoscere i Giusti che si sono opposti a ogni genocidio si batte perché la memoria della Shoah si trasformi in una lente di ingrandimento, attraverso la quale riconoscere l'orrore ovunque esso si manifesti.

Considerando le riflessioni e gli interrogativi di figure fondamentali quali Primo Levi, Simone Weil, Hannah Arendt, Yehuda Bauer e Raphael Lemkin, questo libro ci guida a indagare il meccanismo che porta alle atrocità di massa.

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