Dall'Osservatorio Agroalimentare una visione di rischio e incertezza

Un «pensatoio» per indagare e capire un'agricoltura in transizione. Temi privilegiati: cambiamenti climatici, imprese e mercati, politiche e innovazioni

Ennio Montagnani

Tra pochi giorni sarà online con un sito fatto di notizie, approfondimenti, spunti per la ricerca scientifica e video-interviste dalla prospettiva della gestione del rischio. La missione dell'Osservatorio Agroalimentare di Cattolica consiste, infatti, nell'esaminare i movimenti nel contesto generale nel suo legame con quanto succede in Italia. Settimana dopo settimana, l'Osservatorio proporrà uno sguardo globale sull'economia e la politica del settore, su temi di interesse per il contesto nazionale e locale. Cambiamenti climatici, imprese e mercati, politiche e innovazione saranno gli argomenti privilegiati. Le istituzioni politiche e della conoscenza, la ricerca e i protagonisti di un settore in trasformazione saranno i destinatari. Il tutto visto dalla prospettiva più generale del rischio, che appartiene storicamente all'agricoltura, ma che da «nicchia» diventa chiave interpretativa dei grandi mutamenti in atto nel settore.

Fare agricoltura è da sempre un'impresa rischiosa dal punto di vista economico. Caratteristica che dipende essenzialmente dalla stretta relazione che l'attività agricola ha con il materiale vivente e le condizioni meteo. Queste peculiarità, insieme al ruolo nel soddisfare bisogni primari della popolazione, sono tra le giustificazioni storiche ricorrenti per l'intervento pubblico in agricoltura. Ma nuovi rischi si aggiungono a quelli noti, mentre le reti di protezione tradizionali delle politiche agricole sono state smantellate o mostrano di non essere più efficaci.

Il mercato mondiale è un'opportunità che le aziende agricole e alimentari italiane stanno mostrando di saper cogliere, con un export che vale ormai quasi 37 miliardi. Ma può esporle a squilibri tra domanda e offerta che possono originare dall'altra parte del pianeta. Scelte politiche senza preavviso e senza motivazioni strettamente economiche, come abbiamo visto con la chiusura delle frontiere russe ai prodotti agroalimentari europei, prefigurano un tipo di rischio inedito. Esattamente come il rapido diffondersi di nuovi patogeni per le piante e gli animali.

Nel 2015, l'anno più caldo di sempre, il fenomeno climatico periodico noto come El Niño si è manifestato con particolare forza dando un'idea di quello che, secondo tutte le simulazioni pubblicate dalla ricerca scientifica, potrebbero essere le condizioni climatiche del futuro per l'Europa. Tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016, mentre i Paesi dell'arcipelago britannico (Regno Unito e Irlanda) cercavano di limitare l'impatto di tempeste e alluvioni, in Italia si facevano i conti con la siccità. Un inverno troppo mite ha portato problemi di sovrapposizione nell'offerta ortofrutticola dei Paesi del Mediterraneo, europei e non, e questo sta deprimendo i prezzi. I mutamenti climatici, con l'intensificarsi di fenomeni atmosferici estremi, interagiscono con mercati sempre più integrati e interdipendenti. Le interazioni tra clima e mercato globale, e tra questi e le politiche che sono chiamate a governarli, introducono l'imprevedibilità tipica dei sistemi complessi anche nel settore agroalimentare.

Non è un passaggio che riguarda solo l'agricoltura, ma è dalla constatazione di questo passaggio che nasce l'Osservatorio Agroalimentare di Cattolica. Per offrire formazione, notizie e approfondimenti sull'agricoltura e l'industria alimentare dalla prospettiva che sembra racchiudere il senso della nostra epoca. La prospettiva del rischio e dell'incertezza.

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