Ddl anticorruzione Alfano accusa Bersani: il Pd cerca un'incidente

No del Pdl, ma l'incremento delle pene passa. Dubbi del ministro Cancellieri: così il sistema non è razionale

Approvato l'emendamento proposta dal Pd per aumentare le pene relative al reato di corruzione per atti contrari a dover d'ufficio. Le minime passano con la decisione di oggi da 3 a 7 anni, mentre le massime da 4 a 8. Favorevoli all'emendamento Pd, Idv e Fli. Si è espresso contro il Pdl.

Il ministro della Giustizia Paola Severino, presente in aula, aveva chiesto di mettere da parte l'emendamento dei democratici, al fine di "allineare le pene previste per le altre fattispecie" e riuscire così a "razionalizzare il sistema". Di fronte al risultato dell'Aula, ha respinto anche la lettura politica data dal Pdl, che parlava di una nuova maggioranza. "Non credo - ha sottolineato - ci siano nuove maggioranza, neanche sul falso in bilancio". Piuttosto "una gran buona volontà di non arrivare a una spaccatura".

Critiche dall'Idv Federico Palomba, che contesta "l'ostruzionismo" del Pdl, ma accusa anche il Pd, colpevole di avere prima annunciato il ritiro dell'emendamento, per poi invece andare al voto. Secondo il parlamentare "non è possibile consentire tali votazioni solo per fare vetrina". Immediata la risposta, che arriva da Donatella Ferranti: se non si è accantonato l'emendamento è stato perché "è sembrato qualificante per la definizione di un reato grave". E un ammonimento arriva anche dal leader del Pd Pierluigi Bersani, che rivolgendosi al Pdl avvisa: "Si levi dalla testa che queste norme anticorruzione non passino dal voto del Parlamento".

La risposta del segretario politico del Pdl, Angelino Alfano non si è fatta attendere: "Non

vorrei che il Pd cerchi un incidente per mettere in difficoltà il governo. Il testo su cui si lavora è il nostro. Se pensano di far rinascere un'alleanza con l'Idv per mettere in imbarazzo noi non è un metodo leale".

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