Il decoro di Marta assolve le scritte del ’68

Il decoro di Marta assolve le scritte del ’68

(...) stanziamento annuale, Palazzo Tursi ha così messo a disposizione 300mila euro per interventi straordinari non solo sulle proprietà comunali ma anche su beni della Curia (come la Cattedrale o la chiesa di San Matteo), dell'Università o di privati. A questi ultimi in particolare sarà data la possibilità di cancellare segni e segnacci allo stesso prezzo riservato ad Amiu dalla ditta esterna prescelta, cui, grazie ad un «Addendum al Contratto di Servizio», è stato affidato il compito di gestire l'operazione. Attenzione però: ci sono graffiti e graffiti. Se infatti sulle minacce e le diffamazioni (che coprono circa 1000 metri quadrati sui 4700 totali di scritte censite) il Comune potrà intervenire subito e ovunque, utilizzando per i beni tutelati tutte le specifiche cautele previste dal nuovo Protocollo, per le dichiarazioni d'amore innocue su proprietà non pubbliche non è prevista un'azione diretta. «Non vogliamo reprimere la voglia dei cittadini di criticare ed esprimersi ma bisogna che lo facciano senza rovinare la città e soprattutto senza scrivere i fatti propri», ha spiegato Marta Vincenzi per la quale erano bellissime le stelle del 25 aprile disegnate qua e là «ai suoi tempi» mentre i «ti amo» di oggi potrebbero essere benissimo sostituiti con un sms e perciò i cittadini, pur col sostegno del Comune, debbono provvedere da soli alla rimozione. Amiu si impegnerà poi a velocizzare i propri interventi in modo da assumere una funzione di deterrenza e garantire che i muri ripuliti rimangano tali più a lungo possibile, mentre, analogamente, la Polizia Municipale sarà presto impiegata nella lotta ai manifestini abusivi e potrà comminare multe deducendo in modo diretto da queste pubblicazioni nomi e contatti.
La lotta al degrado è dunque finalmente partita? La risposta non è può che essere «dipende». Se i vigili stanno cercando di riportare l'ordine, con controlli frequenti, per esempio nei giardini di Brignole dove da tempo si riuniscono numerosi e rumorosi sudamericani (con licenza di vendita di frutta e ortaggi ma non di cibo e bevande), il sindaco rifiuta di includere nell'argomento l'annoso problema degli accampamenti abusivi degli zingari, «questione di difficile relazione e convivenza con persone che hanno comunque il diritto di essere accolte in una città che ha però mancanza di spazi», per dirla con parole sue.

Nessuna pietà sembra invece esserci solo per i tassisti in bermuda, le cui gambe al vento sì che oltraggiano il decoro di Genova: «Si stava esagerando, andrebbe recuperato un po' l'aspetto di chi sta al front office della città» è la spiegazione. Beh, forse dipende anche da cosa c'è intorno.

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