Milano - La donna nel video è composta, lucida e parla tentando di usare una terminologia neutra. Poi a tratti la voce s’incrina e sfocia in un pianto sommesso, disperato, impossibile da contenere. Bresciana, 38 anni, la poveretta - il cui volto è stato schermato per permetterle di conservare l’anonimato ed evitarle l’ennesima umiliazione - è una delle sette donne dichiaratesi vittime di molestie e, in alcuni casi, di vere e proprie violenze da parte dell’uomo che, dal 2003 al 2006, controllava il fondo nazionale per le vittime dell’Usura, l’ex commissario straordinario antiracket Carlo Ferrigno. Già prefetto di Napoli e direttore centrale della polizia di prevenzione (Ucigos), Ferrigno è finito ieri nel mirino di Frediano Manzi, presidente dell’associazione «Sos Racket e usura» - consorzio che raccoglie 70 associazioni - e di Paolo Bocedi, vertice di «Sos Italia libera». Che, con una lunga lettera pubblicata sul sito www.sos-racket-usura.org e corredata da tre video di grandissimo impatto emotivo, hanno accusato Ferrigno di aver preteso sesso in cambio di una accelerazione nelle pratiche burocratiche per accedere al fondo vittime del racket e dell'usura.
«Era nostro dovere raccontare questa vergognosa vicenda perché siamo proprio noi a convincere le vittime dell’usura a denunciare: come potevamo permettere che diventassero vittime una seconda volta e in questo squallido scambio tra sesso e favori? Dai video emerge chiaramente che l’avere rapporti sessuali con il prefetto condizionava l’accesso al fondo... Se non è uno scandalo questo!», sottolinea Manzi.
«Sarebbe stato difficile far comprendere la gravità dell’accaduto senza aver registrato queste dichiarazioni spontanee e scioccanti. I filmati e gli audiovideo che trovate sul sito fanno riferimento a episodi avvenuti tra il 2003 e il 2009, sono tutti originali, abbiamo le testimonianze che lo possono dimostrare ampiamente - aggiunge il presidente dell’associazione Sos Racket e Usura -. Questo materiale l’abbiamo consegnato ai carabinieri di Saronno (Va). Quando l’avranno trasmesso all’autorità competente, siamo pronti a confermare le nostre accuse con dovizia di particolari e ulteriori testimoni. Occorre che venga aperta immediatamente un’inchiesta per accertare quanto da noi denunciato pubblicamente e verificare come sono stati distribuiti e con quali criteri i fondi nel periodo in cui il funzionario è stato commissario straordinario antiracket. Infine, lanciamo un appello a tutti coloro che hanno subito ricatti, minacce o attenzioni a sfondo sessuale da Ferrigno. Abbiano il coraggio di parlare e prendano contatto con l’autorità giudiziaria».
Tra le presunte vittime di Ferrigno ci sono due donne, una di Milano e un’extracomunitaria residente a Torino, minorenni all’epoca dei fatti; la 38enne di Brescia e una bergamasca di 40 anni (che vengono intervistate nei video-prova) e alcune modelle ingaggiate per uno spot anti-usura, in realtà mai realizzato.
Sessantanove anni, due lauree (giurisprudenza e scienze politiche) conseguite all’università Federico II di Napoli e un peregrinare di trentacinque anni tra questure, prefetture e uffici Ucigos di
Piemonte, Lazio, Liguria, Sicilia, Toscana e Calabria, ieri Carlo Ferrigno ha dichiarato di essersi già rivolto a un legale perché le accuse che gli sono state mosse dall’associazione anti-usura di Manzi sarebbero «tutte false».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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