Design, ora in Cina scoppia l’Italia-mania

Il «made in Italy» ospite d’onore della più importante Fiera asiatica dedicata al mondo delle imprese

nostro inviato a Hong Kong

Cercasi design disperatamente, soprattutto in Cina dove al boom economico non corrisponde un’esplosione di creatività ovvero di un bene intangibile sempre più richiesto nell’era della globalizzazione e che in Italia abbonda. Non è un caso che Hong Kong abbia scelto il nostro Paese quale ospite d’onore all’«Inno Design tech Expo 2007», la più importante fiera asiatica del settore organizzata dall’Hong Kong Trade Development Council, che ieri ha aperto i battenti e che in tre giorni verrà visitata da oltre 40mila persone, unitamente alla «World Sme Expo», dedicata alle piccole e medie imprese.
Improvvisamente l’ex colonia britannica si scopre in preda a un’Italia-mania. Tira il lusso, vanno a ruba le grandi firme, soprattutto tra le centinaia di migliaia di turisti cinesi, che trascorrono qui weekend di shopping alla ricerca non dei capi “taroccati” ma di quelli autentici, possibilmente con il marchio ben in vista, da esibire come status symbol al rientro a casa. E questo è un segnale molto positivo per la nostra industria considerando le straordinarie prospettive di sviluppo di un Paese abitato da un miliardo e 300mila persone. Ma, paradossalmente, piace anche il nostro sistema impresa. Il quotidiano South China Morning post ha addirittura invitato i manager cinesi a fare propria la «filosofia del design», intesa come sinonimo di eclettismo e inventiva nella gestione delle aziende, in contrapposizione alla cultura della disciplina e dell’abnegazione prevalente in Asia. Doti che certo non mancano ai nostri imprenditori.
E infatti il presidente dell’Ice, Umberto Vattani, che guida la nostra rappresentanza, ha parlato della possibilità «di aprire una nuova era nei rapporti tra Italia e Cina, incentrata sulla complementarietà». Noi possediamo naturalmente quel che altri Paesi, a cominciare proprio dall’ex colonia britannica, stanno cercando di costruire attraverso scuole specializzate e percorsi formativi; ma il genio non si insegna in classe. Ecco perché l’Italia possiede un vantaggio competitivo considerevole e può davvero trasformarsi nel centro internazionale del design.
Nei moderni saloni della fiera di Hong Kong sono presenti grandi aziende di diversi settori - dalle auto ai mobili, dalle lampade agli attrezzi da palestra - come Technogym, Ducati, Artemide, Bucellati, Alfa Romeo, Kartell, Poltrona Frau. Hanno inviato una missione anche la Regione Lombardia, che ha organizzato una mostra su Leonardo da Vinci, e il Piemonte, in vista delle manifestazioni del 2008 a Torino, proclamata capitale mondiale del design.

Diversi i seminari dedicati al nostro Paese, a cui sono intervenuti, tra gli altri, Luca Missoni e l’architetto Massimo Iosa Ghini. Complessivamente una buona delegazione anche se non foltissima: forse in Italia non tutti colgono le potenzialità di una Cina che ha voglia di consumare e non più solo produrre.

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