Il Diavolo fa la volata con 215 milioni in più

Franco Ordine

nostro inviato a Milanello

Ancelotti pensa al contratto (e alla Fiorentina), il Milan pensa alla Fiorentina e al contratto per i diritti tv. Già perché - forse è solo un caso - a poche ore dalla sfida con i dellavalliani, arriva la conferma: Lazio e Milan hanno firmato con Mediaset (digitale terrestre). Tutto noto, tranne la cifra per i rossoneri, non sono quotati in Borsa e non sono tenuti a dichiararlo. La cifra si aggira sui 215 milioni, a metà strada tra Juve e Inter, le più quotate della scuderia di Segrate. Capitolo Ancelotti. Il tecnico parla, per la prima volta, di contratto e si concede uno sfottò lieve nei confronti di Capello. «Sono contento che il mio nome sia stato accostato al Real, anche come seconda scelta. L’importante è essere la prima scelta del Milan. Non ho mai avuto contatti diretti con il club madridista, i dirigenti spagnoli hanno chiamato Galliani chiedendogli il permesso e il dirigente si è comportato di conseguenza. Se i giornalisti spagnoli vogliono, possono andare in Lega e controllare di persona: il documento è stato depositato, non ci sono particolari clausole, è trascritto in forma tradizionale. Non finirà come alla Juventus nel 2001 perché allora, la scusa presa dai dirigenti bianconeri fu la seguente: l’ostilità dei tifosi nei miei confronti. Qui, al Milan, l’ambiente è diverso, e non corro questo pericolo». I particolari del contratto e dintorni in cronaca. Parla sempre Carletto: «Mi hanno detto di passare in sede, non immaginavo quello sviluppo, mi hanno messo davanti agli occhi il documento, non abbiamo impiegato molto tempo a trovare l’accordo, abbiamo fatto in fretta, la felicità espressa nello spogliatoio dai giocatori è una delle risposte più belle ricevute. Mi avvio verso il sesto anno milanista, è la sfida più interessante e dimostra che, al di là dei risultati, è stato apprezzato il lavoro svolto oltre che la serietà dimostrata. Se avessero contato solo i risultati, sarebbe stato più razionale aspettare la fine della stagione. Perciò posso dire che il Milan rappresenta, da questo punto di vista, l’ideale di società. Siamo al terzo rinnovo, vuol dire che insieme ci troviamo bene, ma vuol dire soprattutto che tutti insieme, tecnici e società, consideriamo per niente concluso il ciclo di questo gruppo. E infatti questo Milan continuerà a essere protagonista, tolti un paio di senatori, ha un’età media che incoraggia per il futuro. Erano in tanti, dopo Istanbul, a pensare esattamente il contrario, erano in tanti a ipotizzare un epilogo diverso dopo che la coppa dei Campioni era finita nelle mani del Liverpool. A sentire l’ambiente valeva la pena cambiare panchina».


Si chiude con Berlusconi («è il primo da ringraziare») prima di approdare alla Fiorentina («siamo noi a non aver digerito il 3 a 1 dell’andata, altro che risvolti politici»). Come si intuisce qualche conto in sospeso c’è. E si vede.

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