Difensore civico: tante domande, le risposte chissà

Michela Giachetta

Siete stati vittime delle «bollette pazze» da parte dell’Acea? Potete rivolgervi al difensore civico. Avete preso una multa per una sosta poi risultata «secondo le regole» e non sapete come fare? Chiamate il difensore civico. Il cassonetto vicino a casa vostra è così pieno che siete costretti a lasciare la spazzatura all’esterno e ogni sollecitazione fatta all’Ama è risultata inutile? Ci pensa il difensore civico. Che tutela gli interessi dei cittadini. È questo il suo ruolo e per questo è stato creato alla fine del 2003. Molti cittadini romani ci hanno creduto, tanto è vero che da gennaio a luglio sono pervenute 2.600 istanze all’ufficio del difensore. Nel 2004 la media delle istanze era di circa 300 al mese. Nel 2005, invece, la media mensile di richieste pervenute è di 371, con un incremento del 25 per cento rispetto all’anno passato. Le lamentele più ricorrenti riguardano la pulizia della città e i cassonetti distrutti, inesistenti o troppo pieni (entrambe le situazioni sono di competenza dell’Ama), l’illuminazione stradale e cimiteriale (Acea), il pagamento della tassa dei rifiuti (Gemma), la contestazione delle multe degli ausiliari (Sta). Ma anche l’informazione telefonica dell’Acea, la sosta a pagamento (Sta), il trasporto pubblico (Atac) e il degrado dell’area parcheggi (Sta).
Questi i risultati forniti dallo stesso difensore civico, Ottavio Marotta. O meglio, questi sono quelli che il suo ufficio chiama «risultati». Ma il termine «risultati» non è, in qualche modo, sinonimo di «risposte»? Per Marotta pare di no. Se è vero, infatti, che sono aumentate le domande di assistenza dei cittadini al difensore civico, è pure vero che nulla si sa sulle risposte fornite dallo stesso difensore. Su quante sono state affermative e quante negative. O anche solo su quanto tempo serve per averla, una risposta. «I tempi non dipendono da noi - si difende il difensore - anche se devo ammettere che nell’ultimo periodo le attese si sono allungate. Almeno un mese e mezzo il tempo medio». In certi casi la media è superata. Come è stato per i cittadini di Tor Vergata nuova che si sono rivolti al difensore civico alla fine del 2004 perché costretti a pagare la Tari, tariffa sui rifiuti urbani, anche se le loro strade non rientrano nel giro di pulizia «ordinaria» effettuata dagli operatori Ama. Hanno ricevuto risposta, negativa, a luglio: «La Tari applicata - si legge nel documento del difensore - trova presupposto nella delibera comunale 25/2003. Ciascun cittadino paga una piccola quota della pulizia di tutte le strade di Roma; un addebito per un servizio indiviso alla generalità degli utenti».

Nel documento che mostra i «risultati» del difensore civico, si sottolinea che in 11 municipi vi sono sportelli a cui il cittadino si può rivolgere e che - si legge - «entro l’anno gli sportelli saranno presenti in tutti i municipi». Crescono quindi le possibilità per i romani di chiedere assistenza. D’altra parte, domandare è lecito, rispondere è solo cortesia. I cittadini attendono, cortesemente, risposte.

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