"Donne, pace e sicurezza": analisi di un impegno raggiunto dalla Difesa italiana

Grandi traguardi sono stati raggiunti nel campo della parità di genere che è posta come impegno imprescindibile nell'agenda della Difesa italiana, ma c'è ancora "molto da fare" secondo i vertici delle Forze Armate. Il focus dell'incontro indetto dal sottosegretario Isabella Rauti

"Donne, pace e sicurezza": analisi di un impegno raggiunto dalla Difesa italiana

Aperto dal messaggio lasciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha ben introdotto ragione e perimetro dell’impegno posto all’ordine del giorno, si è tenuto nella mattinata del 7 marzo il convegno “Donne, Pace e Sicurezza” indetto dal sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, presso il Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma. La quale ha introdotto, alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e del Generale di Corpo d'Armata Francesco Paolo Figliuolo, vertice del Comando interforze, i punti raggiunti dall'impegno posto in agenda dalla Difesa del nostro Paese, che ha aperto le sue porte a quello che un tempo era etichettato il "sesso gentile", da oltre venti felici anni.

La conferenza, pianificata in vista della giornata internazionale delle donne l'8 marzo, per la prima volta con un presidente del Consiglio donna in Italia - evento di non poco conto che non si è persa occasione di ricordare ai vertici militari, politi e civili in presenza e in collegamento dai numerosi teatri operativi dove l’Italia ha portato l’impegno di uomini e donne delle Forze Armate in virtù degli impegni ratificare con l’Alleanza Atlantica e con i singoli partner internazionali - ha sottolineato come tanto sia stato fatto.

Quanti traguardi attesi e ambiti siano stati in questi anni raggiunti, e quanto obiettivi siano ancora in procinto di essere raggiunti e ottenuti per infrangere definitivamente il tetto di cristallo della parità di genere in campo “tradizionalmente maschile” come quello della Forza Armata, che, non è altresì mancata più di un’occasione per ricordarlo, non poteva che trarre particolare giovamento dalla irrinunciabile specificità femminile che ha saputo dimostrarsi, come ovvio, all’altezza della sfida prefissata dal singolo essere umano - uomo o donna che sia - arricchendo particolari e delicate mansioni del comparto difesa.

Il convegno di oggi ha come focus l’impegno, nei teatri operativi, delle nostre donne in uniforme che si dedicano a progetti di cooperazione civile e militare a supporto della popolazione, in particolare quella femminile”, ha spiegato il sottosegretario Isabella Rauti. Coadiuvata dalla Dott.ssa Irene Fellin, oggi ricoprente il ruolo di Segretario generale per la speciale rappresentazione delle donne presso la Nato che ha posto l’attenzione sul focus secondario, e altrattanto importante, della “complementarietà” dei generi.

Per la Senatrice Rauti si può tranquillamente “Il convegno di oggi ha come focus l’impegno, nei teatri operativi, delle nostre donne in uniforme che si dedicano a progetti di cooperazione civile e militare a supporto della popolazione, in particolare quella femminile”. Ma non l’attenzione del dibattito, ha raggiunto l’impegno della componente femminile a 360° gradi nelle nostre Forze Armate - che ricordiamo in questa sede si compongono di Aeronautica Militare, Esercito Italiano, Marina Militare, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza.

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Cavo Dragone, allacciandosi alla menzione della Senatrice che ha ricordato come le “donne” avessero trovato, quale ultimo ostacolo alla loro presenza trasversale nella Difesa, le ridotte dimensioni dei sottomarini che non prevedevano spazi adeguati alla loro “presenza” - problema risolto sulle nuove unità in linea -, ha confermato come tutti i corpi e le specifiche, financo le forze speciali della Marina Militare, sono attualmente aperti alle donne e prevedono la loro entrata in forza.

Forza che, si è giustamente ricordato, non deve badare essenzialmente alla pluricitata “capacità fisica” dai detrattori del caso, poiché le Forze Armate, fondate sullo spirito di Corpo e sullo spirito di squadra, sanno ben predisporre il proprio organico in modo da attribuire ad ogni operatore il compito adeguato alle sue capacità e potenzialità: un’accortezza che esisteva anche nel passato, quando i “soldati” erano solo ed esclusivamente uomini, ma uomini con qualità fisiche e cognitiva “differenti” tra loro.

Nel suo intervento, la senatrice Rauti ha sottolineato il ruolo delle donne nelle Forze armate e ha ricordato la svolta storica con la legge 380 del 1999 che ne ha consentito l’arruolamento nell’anno 2000. Citando inoltre, il raggiungimento del “pieno titolo nel perimetro della risoluzione Onu 1352 del 2000 che sottolinea come le donne siano protagoniste dei negoziati e dei percorsi di pace e, si impegnino nella ricostruzione post conflitto in quella forma di resilienza e di ritorno alla normalità che è soprattutto delle donne”.

Dal 2000 in poi la componente femminile in uniforme non ha mai cessato di aumentare e rafforzarsi, venendo ammessa in tutte le categorie e ruoli. Questo senza dimenticare come “l’integrazione richieda tempi più lunghi ed il superamento di aspetti e criticità logistiche od operative”, anche quando tale impegno viene posto in agenda.

Il Generale Figliuolo, oggi Comandante Operativo del Vertice Interforze, ma recentemente impegnato a ricoprire il ruolo du Commissario Straordinario dal 1º marzo 2021 al 31 marzo 2022 per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto della minaccia epidemiologica da COVID-19, non ha mancato di ricordare, nella sua sterminata esperienza in molteplici teatri operativi, non ultimo quello della “lotta al Covid”, con quanto coraggio, caparbietà, e abnegazione, le nostra “donne in uniforme” abbiano onorato il loro impegno con se stesse e con una nazione grata.

In collegamento dai teatri operativi - ricordiamo in tale sede che le nostre Forze Armate sono impegnare in 42 missioni internazionali e presenti in 25 Paesi nel mondo - sono intervenuti i contingenti militari italiani in Somalia, Libano, Durazzo, Kuwait, Kosovo, Iraq, Gibuti dalla fregata missilistica Carlo Bergamini in missione nel Golfo di Aden.

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