Il sistema lanciarazzi multiplo (in inglese Multiple Launch Rocket System o Mlrs) M-142 Himars di fabbricazione statunitense è assurto agli onori delle cronache grazie al conflitto in Ucraina. Alla ricerca di sistemi sempre più a lungo raggio per colpire le retrovie russe, gli ucraini hanno spinto molto per l'ottenimento di questi mezzi che sono ormai impiegati stabilmente dall'esercito di Kiev ottenendo notevole successo. Proprio per via dell'efficacia dimostrata in combattimento, gli Himars stanno avendo un boom di esportazioni e, tra i vari Paesi che intendono acquistare questo particolare Mlrs, da quest'anno c'è anche l'Italia.
Il piano di acquisti della Difesa
Il 16 ottobre è stato pubblicato il nuovo Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa (o Dpp) 2023-2025 e una della novità che più balzano agli occhi nella lunga lista del procurement militare nazionale è infatti l'acquisizione di 21 lanciatori Himars per l'Esercito, con un contratto che comprende anche supporto logistico integrato nonché corsi di formazione per operatori e per manutentori, ivi incluse le attività di adeguamento infrastrutturale del valore complessivo di 960 milioni di euro di cui attualmente risultano messi a bilancio 137 spalmati in 7 anni (sino al 2030).
Il programma, si legge nel documento, è finalizzato all'ampliamento della capacità di ingaggio in profondità e di precisione dell'artiglieria terrestre mediante l'acquisizione di un sistema di artiglieria lanciarazzi dotato di elevata mobilità, con capacità di supporto di fuoco a sostegno della manovra non a contatto e in profondità, assolvendo prioritariamente alla missione tattica di supporto generale.
L'Himars è ben noto, come sono note le sue doti di precisione se utilizzante munizionamento guidato, ed è altresì in grado di lanciare missili come gli Atacms, che sono stati forniti all'Ucraina proprio per colpire più in profondità nelle retrovie russe.
Gli M-142 non andranno a sostituire gli M-270 già in servizio nell'Esercito Italiano: sappiamo infatti che ad aprile 2023 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aveva assegnato a Lockheed Martin un contratto del valore di 194 milioni di dollari per aggiornare gli M-270 britannici e italiani allo standard A2. Quando tutti gli Himars entreranno tutti in servizio, la linea Mlrs italiana sarà quindi composta da 21 M-142 e altrettanti M-270.
In arrivo anche i Leopard 2
Tra i nuovi programmi finanziati compare anche quello per i nuovi carri armati Leopard 2, di cui avevamo già anticipato l'acquisto dalle colonne di InsideOver. Ora nel Dpp sono stati forniti i dettagli del programma finanziario di acquisizione che ammonta complessivamente a 8,24 miliardi di euro di cui 4 già messi a bilancio da qui sino al 2037. Nel documento si parla di “Leopard 2 di ultima generazione” per cui potrebbe trattarsi della versione A8, sino a oggi non entrata in produzione essendo disponibile sul mercato solo la A7+.
Alla voce “Leopard 2” si guarda anche oltre affermando che tale soluzione dovrà creare condizioni vantaggiose per l’espansione della partnership al programma di sviluppo del futuro Mbt (Main Battle Tank) europeo e “intercettando e rispettando il concetto e i principi in elaborazione nell'alveo del progetto franco-tedesco Main Ground Combat System – MGCS”. Come vi abbiamo raccontato in passato, bisognerà vedere se davvero questo progetto gestito da Parigi e Berlino vedrà veramente la luce.
Gli altri acquisti
Presente anche il FC/ASW per lo sviluppo di una capacità missilistica Anti-Ship a partire dal 2034 e Deep Strike a partire dal 2028, qui finanziata con 10 milioni di euro a fronte di 150 di spesa complessiva (il che fa supporre un numero di missili non molto consistente).
Arrivano anche i primi soldi per l'acquisizione di un sistema di sistemi (famiglia di piattaforme) per la fanteria pesante (Armored Infantry Combat System - Aics), incentrato su piattaforme sia combat (Armored Infantry Fighting Vehicle – Aifv) sia di supporto: si tratta di 5,23 miliardi sino al 2037 a fronte di un fabbisogno complessivo di 15.
Guardando sempre al futuro, ma passando ai programmi già operanti, ritroviamo i fondi per le nuove unità da assalto anfibio Lxd (841 milioni sino al 2038), e per i nuovi cacciatorpediniere Ddx (1,4 miliardi sino al 2035) che sono ancora in fase di pianificazione studio (oneri per il 2023 pari a 5,4 milioni).
Fondi per il caccia di 6a generazione
Quest'anno arrivano invece i primi veri fondi per il Gcap (Global Comabt Air Programme) o “programma Tempest” per il caccia di sesta generazione: il governo, per il 2023, ha stanziato 271,2 milioni di euro mentre il fabbisogno totale sino al 2037 è pari a 7,7 miliardi. La partecipazione italiana al Gcap insieme a Regno Unito e Giappone garantirà al nostro Paese l'esclusivo accesso ad un progetto destinato ad avere risvolti non solo nell'ambito tecnologico militare ma anche a favore della crescita delle filiere produttive operanti nel settore della digitalizzazione.
È da intendersi, dunque, come un piano esteso all'intero Sistema-Paese, un progetto-obiettivo che richiederà l'associazione ed il supporto di molteplici realtà in uno sforzo coordinato che accelererà l'adozione nazionale di future tecnologie ed un attecchimento culturale così profondo e compiuto da configurare le prospettive di una futura “generazione di ingegneri Gcap”.
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