
La compagnia militare ucraina HUB, facente parte della piattaforma di coordinamento Brave1 ha sviluppato un nuovo drone navale multifunzionale denominato Katran. Mykhailo Fedorov, Ministro della Trasformazione Digitale dell’Ucraina, ha confermato l’esistenza del nuovo sistema d’arma, indicando che esso risulta in grado di distruggere asset nemici su ogni possibile dominio. Il modulo di combattimento del Katran è equipaggiabile con siluri sui fianchi, una mitragliatrice a canne multiple sulla prua, una seconda mitragliatrice e sistemi antiaerei Piorun montati sul modulo di combattimento.
L’equipaggiamento viene pertanto modulato in base alle necessità operative e non viene montato tutto in una volta. Il drone è dotato di due motori sottomarini a reazione, può coprire una distanza di 1.500 km e raggiungere velocità pari a 130 km/h. Al contempo, il Katran è dotato di efficaci sitemi volti ad eludere attacchi nemici quali un sistema di rilevamento del targeting laser, sistemi di guerra elettronica, contromisure per missili e proiettili nemici e un sistema in grado di emettere grandi quantità di fumo. In ultima analisi, il drone dispone di un sistema di tracciamento automatico del bersaglio dotato di intelligenza artificiale.
L’evoluzione dei droni
Di fronte all’impossibilità, da parte dell’Ucraina, di schierare una flotta di superficie, Kiev ha adottato un approccio basato sull’applicazione dei principi della guerra asimmetrica sul dominio marittimo. Tale strategia si è concretizzata nella formazione di una flotta di piccoli droni navali (USV) in grado di eludere le possenti navi di superficie russe. Inizialmente, gli USV di Kiev sono stati configurati come droni kamikaze, il cui potenziamento è coinciso con un incremento delle dimensioni e della loro testata e un aumento del loro raggio d’azione. In seguito, l’Ucraina ha iniziato a sviluppare piattaforme più avanzate dotate di un maggior numero di funzioni. Il drone Magura è stato infatti dotato di sistemi missilistici antiaerei R-73, grazie ai quali esso si è rivelato in grado di abbattere due elicotteri russi. In seguito, a inizio 2025 la marina di Kiev ha schierato delle vere e proprie “portaerei di droni” in grado di trasportare droni d’attacco FPV, i quali sono stati impiegati con successo per colpire alcuni sistemi di difesa aerea russi.
La Guerra del Karabakh del 2020 ha visto un massiccio impiego di munizioni circuitanti, meglio note come droni kamikaze, i quali si sono rivelati decisivi nel far pendere la bilancia del conflitto a favore dell’Azerbaijan. L’ascesa di tali sistemi d’arma ha determinato la fusione delle funzioni di ricognizione (ISR) con funzioni di strike. L’invasione russa dell’Ucraina ha visto il raggiungimento di un livello senza precedenti di integrazione dei sistemi senza pilota all’interno delle forze armate. Il dominio navale è stato caratterizzato da un impiego estremamente massiccio di droni kamikaze, in grado di fondere funzioni ISR con funzioni di strike. La continuazione del conflitto ha visto l’ulteriore incremento delle funzioni dei sistemi senza pilota a livello marittimo.
Gli USV ucraini sono stati trasformati in piattaforme in grado di lanciare a loro volta sistemi d’arma, ingaggiando asset nemici su ogni possibile dominio. I conflitti futuri vedranno un crescente impiego di piattaforme senza pilota configurabili in base ai requisiti operativi in grado di coniugare al proprio interno numerose funzioni differenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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