I droni killer che nelle ultime settimane hanno colpito e ucciso gli alti funzionari di Hezbollah nascosti in Libano hanno fatto suonare non pochi campanelli d'allarme in Corea del Nord. Il recente abbattimento di un presunto Uav sudcoreano avvistato nei cieli di Pyongyang, presumibilmente inviato con l'intento di gettare volantini denigratori nelle strade della capitale nordcoreana, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il rischio che qualcuno (leggi: Stati Uniti o Corea del Sud) possa sfruttare un velivolo senza pilota di assassinare Kim Jong Un con un blitz chirurgico è diventato troppo alto. È per questo che il governo del Nord ha incrementato le misure di sicurezza nei confronti dello stesso Kim, che secondo l'intelligence di Seoul temerebbe di subire un attentato.
La preoccupazione di Kim
Gli 007 di Seoul hanno passato in rassegna numerose immagini diffuse dai media nordcoreani. Le hanno analizzate nel dettaglio e si sarebbero resi conto che a Pyongyang sta succedendo qualcosa di strano. Già, perché sono emersi molteplici indizi che dimostrerebbero come l'apparato di sicurezza che protegge il numero 1 del Paese sia stato rafforzato. Il motivo? Semplice: scongiurare che qualcuno, un drone nemico ma anche una possibile minaccia interna, possa attentare alla vita del Grande Leader.
Il National Intelligence Service, l'agenzia di spionaggio della Corea del Sud, non ha citato minacce specifiche contro Kim e ha osservando che, nonostante i crescenti timori, le apparizioni pubbliche del presidente nordcoreano sono diventate più frequenti. Nel 2024, in effetti, le attività pubbliche di Kim – l'ultima in occasione di un test missilistico – hanno raggiunto quota 110, ovvero circa il 60% in più del 2023. In queste uscite, il presidentissimo ha iniziato ad utilizzare veicoli che disturbano le comunicazioni, mentre la sua security ha introdotto apparecchiature di rilevamento dei droni.
Scongiurare un attentato
Il Nis ha messo in fila svariate prove che dimostrerebbero le contromisure prese dal Nord per limitare, se non azzerare, il rischio di attentati indesiderati. Durante un'esercitazione militare risalente a settembre, per esempio, una foto dell'evento ritraeva Kim in prima linea, vicino a soldati in mimetica intenti a sparare con fucili d'assalto. Poco distanti dal leader c'erano altri uomini stile Swat che tenevano di mira gli stessi militari. Erano, probabilmente, "teste di cuoio" nordcoreane pronte ad intervenire nel caso in cui qualcuno avesse provato a minacciare l'incolumità del leader. Non solo: il livello di preoccupazione sarebbe abbastanza alto, visto che tra i soldati controllati dalle guardie del corpo di Kim ne spiccava uno dotato di un'arma argentata, forse un vecchio regalo ricevuto direttamente dal presidente. Significherebbe che tutti, anche gli uomini tecnicamente più fidati, sono monitorati con la massima attenzione.
Altre prove? La scorta di Kim si è moltiplicata rispetto agli anni passati. I membri della security del presidente sono inoltre ora soliti tenere tra le mani valigette antiproiettile. Servono per difendere il corpo del leader mentre sale o scende dalle sue automobili di ordinanza. Anche loro, le automobili, si sono moltiplicate, probabilmente per confondere gli osservatori su quale mezzo stia trasportando Kim.
A proposito di veicoli, sul tetto della Mercedes-Maybach di Kim si nota un dispositivo che dà l'impressione di essere un signal jammer. Un jolly incaricato di interferire con le comunicazioni nemiche e neutralizzare le trasmissioni satellitari alla base del funzionamento di droni nemici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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