La Corea del Nord ha fatto sapere di aver completato l'analisi del volo di un misterioso drone precipitato a Pyongyang all'inizio di questo mese. Il ministero della Difesa nordcoreano, che ha accusato la Corea del Sud di aver inviato il velivolo, ha spiegato di aver effettuato un'indagine approfondita sugli spostamenti dell'ospite indesiderato, raccogliendo un totale di 238 piani di volo e registri. La Korean Central News Agency (Kcna) ha quindi diffuso una mappa nella quale si può osservare la presunta ricostruzione del tragitto del mezzo. Che sarebbe decollato l'8 ottobre alle 23:25 dall'isola di Paekryong, un'area fortemente fortificata controllata da Seoul, nei pressi del confine marittimo che separa le due Coree, violando lo spazio aereo del Nord.
La mappa e il percorso del drone
L'esercito sudcoreano si è rifiutato di commentare le affermazioni del Nord. Il portavoce del Joint Chiefs of Staff sudcoreano, Lee Sung Joon, ha dichiarato che "non valeva la pena rispondere". Eppure Pyongyang sostiene che il drone "catturato" sarebbe penetrato attraverso il proprio spazio aereo nei pressi della contea di Jangyon, nella provincia dello Hwanghae Meridionale, e dell'isolotto di Cho, situato al largo della costa occidentale della medesima provincia. Avrebbe quindi proseguito lungo la costa occidentale prima di virare verso l'entroterra in rotta su Pyongyang. Nella capitale, appena un paio d'ore dopo il decollo, avrebbe "sparso spazzatura politica motivazionale" nelle aree vicine agli edifici del ministero degli Esteri e della Difesa, nonché nei pressi della stazione Sungri della metropolitana locale.
La Kcna ha allegato al suo rapporto una mappa della presunta rotta di volo. "I dati oggettivi e le prove scientifiche confermate dimostrano che l'intrusione del drone è volta a disperdere la spazzatura politica motivazionale anti Corea del Nord e che il mandante della violazione ostile della sovranità nazionale non è altro che la Corea del Sud", ha evidenziato il ministero della Difesa nel suo comunicato. Il dicastero ha inoltre osservato di aver già diramato un "ultimo avvertimento" all'esercito sudcoreano in merito alla sua "sconsiderata provocazione politica e militare". Lo scorso 12 ottobre, Pyongyang aveva ordinato alle sue forze di "tenersi pronte ad aprire il fuoco" nel caso in cui si fossero ripetuti ulteriori voli intrusivi di droni sudcoreani. Dal canto suo, Seoul aveva risposto di non aver inviato alcun velivolo senza pilota oltre il confine.
Riflettori su Kim
Nel frattempo, la Defense Intelligence Agency (DIA), l'agenzia di intelligence militare della Corea del sud ha ipotizzato che squadre di ricognizione delle forze nordcoreane potrebbero essere state già dispiegate lungo la linea del fronte nella guerra tra Russia e Ucraina. Non solo: l'intelligence di Seoul sostiene che Kim Jong Un potrebbe effettuare il lancio di un missile balistico intercontinentale (Icbm) nel mese di novembre.
Da quanto fin qui emerso, Pyongyang avrebbe già completato parte dei preparativi per il lancio, incluso lo schieramento di un veicolo trasportatore elevatore lanciatore (Tel). Tramite il lancio, il Nord intenderebbe collaudare il rientro atmosferico delle testate. Secondo gli 007 del Sud, non è escluso che Kim possa effettuare il lancio attorno al 5 novembre, data delle elezioni presidenziali Usa.
Soltanto una settimana fa, il leader nordcoreano aveva ispezionato basi missilistiche strategiche del Paese ordinando alle forze armate di mantenere la massima prontezza al combattimento per infliggere un contrattacco ai nemici "in qualsiasi momento".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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