Mosca svela il missile R-30 Bulava: cosa sappiamo della "triade nucleare" di Putin

In una foto satellitare subito diventata virale e rilanciata dai siti russi, si può vedere il processo di preparazione del missile balistico intercontinentale R-30 Bulava

Mosca svela il missile R-30 Bulava: cosa sappiamo della "triade nucleare" di Putin
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La Russia di Vladimir Putin ha lanciato un chiaro messaggio attraverso la pubblicazione online - indiretta - di un’immagine satellitare emblematica. In una foto satellitare subito diventata virale e rilanciata dai siti russi, si può vedere il processo di caricamento e preparazione di una delle super armi a disposizione del Cremlino. Si tratta del missile balistico intercontinentale R-30 Bulava, di un jolly che rientra a pieno titolo nella cosiddetta triade nucleare del Cremlino. E che è stato progettato per essere dispiegato sui sottomarini lanciamissili balistici a propulsione nucleare di classe Borei del Progetto 955. Fonti russe spiegano che l’illustrazione raffigurerebbe operazioni tecniche del 12esimo Direttorato generale del Ministero della Difesa, il ramo responsabile della gestione delle armi nucleari. L’intera notizia assume un significato di primaria importanza visto che, almeno fino a questo momento, non erano mai state pubblicate immagini satellitari riguardanti attività preparatorie di missili russi in grado di trasportare testate nucleari.

Il missile russo e l’immagine satellitare

Secondo quanto riferito dal portale Defense Express, l'ora e la posizione esatte dell’immagine sono sconosciute. È probabile, tuttavia, che il contenitore di trasporto-lancio con il missile balistico intercontinentale R-30 Bulava (grigio) sia visibile nell'angolo inferiore sinistro dell'immagine, accompagnato da diversi veicoli di supporto con funzioni diverse. Altro aspetto da non ignorare: le forze russe non stanno cercando di camuffare le loro attività. Al contrario, stanno conducendo apertamente i preparativi per questo missile, che quasi sicuramente verrà caricato su uno degli incrociatori sottomarini del Progetto 955.

Significa, dunque, che i Paesi occidentali possono monitorare apertamente, e vin maniera costante grazie ai satelliti, i processi riguardanti l’arsenale nucleare controllato da Vladimir Putin, ben felice di mostrare i muscoli per vincere la guerra psicologica contro i suoi nemici. Ricordiamo che la Russia aveva adottato il missile balistico Bulava nel maggio 2024. Tuttavia, a causa di problemi tecnici, molti dei suoi lanci missilistici si sono conclusi con un fallimento o con un successo solo parziale. Nel novembre 2023, per esempio, l'intelligence di difesa dell'Ucraina riferiva che Mosca aveva condotto test senza successo sui missili Yars e Bulava, entrambi in grado di trasportare armi nucleari.

Cosa sappiamo dell’R-30 Bulava

L’R-30 Bulava è stato sviluppato per eludere le difese anti missilistiche occidentali nonché per essere lanciato da sottomarini. È dunque in grado di resistere al cosiddetto first strike ed è un asso nella manica del Cremlino in caso di eventuali rappresaglie. La sua gittata? Compresa tra gli 8 e i 10mila chilometri. Presenta inoltre una fase di volo iniziale più breve di tanti altri missili in modo tale da rendere complicato ogni tentativo di intercettazione da parte dei nemici.

Scendendo nei dettagli, l’R-30 Bulava - nome in codice Nato: SS-NX-30 - è la versione navale del più avanzato sistema balistico russo SS-27 Topol-M. Ha una lunghezza di 12,1 metri e un diametro di 2,1 metri, pesa 36,8 tonnellate e, come detto, è stato progettato per equipaggiare esclusivamente i sottomarini nucleari classe Borei. La foto satellitare rappresenta insomma un messaggio chiarissimo. Rafforzato ulteriormente dal recente incontro avvenuto a Pechino tra il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Sergei Shoigu e il il ministro degli Esteri cinese Wang Yi.

"Ritengo che il compito più importante a questo proposito sia quello di contrastare la politica di 'doppio contenimento' della Russia e della Cina perseguita dagli Stati Uniti e dai loro satelliti", ha dichiarato non a caso Shoigu.

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